L'amico dell'ultimo minuto
All'Angelus di Santo Stefano il Papa cita le parole con cui il Beato Christian de Chergé si preparava al martirio.
La liturgia li celebra nei tre giorni immediatamente successivi al Natale: Santo Stefano, il primo a morire martire dopo la Redenzione; San Giovanni Evangelista, il discepolo prediletto e anch'egli perseguitato per la fede pur non venendo ucciso; e i Santi Innocenti, i bambini massacrati da Erode nel tentativo di uccidere il Messia. La tradizione li chiama comites Christi, i compagni di Cristo e la loro celebrazione evoca la radicalità imposta dalla sequela Christi, fino ai martiri dei nostri giorni.
Una prospettiva messa in conto nel suo testamento spirituale dal trappista padre Christian de Chergé, ucciso in odium fidei insieme a sei compagni nel 1996 e oggi beato. Nell'Angelus di Santo Stefano il Papa ha ricordato «molti uomini e donne perseguitati, a volte fino alla morte, a causa del Vangelo», che «non si lasciano uccidere per debolezza, né per difendere un’ideologia, ma per rendere tutti partecipi del dono di salvezza. E lo fanno in primo luogo per il bene dei loro uccisori: per i loro uccisori … e pregano per loro». Così il Beato Christian, citato da Francesco: prima ancora di conoscerlo, il monaco «chiamava il suo uccisore “amico dell’ultimo minuto”».