L'aiuto dello Spirito
Io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso (Lc 24,49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Lc 24,46-53)
L’amore per Dio, senza l’aiuto dello Spirito, si deforma in esagerato amore alla nostra vita e alle cose penultime. L’orizzonte umano si chiude all’eternità e si concentra sul nulla delle cose materiali. Solo lo Spirito può aiutarci a vivere le virtù. Altrimenti, non avendo la carità non possiamo amare il Padre fino all’eroismo, né possiamo sperare e aver fede in Lui. Gesù, nell’epoca degli apostoli come ora, sa ancora operare il miracolo: con l’assistenza dello Spirito e tramite i sacerdoti, i Suoi prediletti, transustanzia il pane e il vino nel Suo Corpo e Sangue. Con essi ci fortifica come Lui è stato forte. Nelle persecuzioni i martiri, coloro che lo amano ancora, diventano degli atleti della fede, tramite il divino soccorso dell’Eucarestia, pane dei forti. Essi, infatti, non vivono più per sé stessi ma vivono in Gesù che ha saputo sopportare tutti i tormenti senza flettere. Pertanto, chi vive di Lui sarà come Lui: forte.