La voce di Gesù
Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore (Gv 10,26)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». (Gv 10,22-30)
Più volte il Signore ci invita e ci esorta a credere in Lui, questa è la condizione affinché noi possiamo essere salvati. Qui invece ci dice che chi non crede è perché non fa parte delle sue pecore, sembra quindi che ci sia una sorta di selezione che viene fatta prima, se non a priori, di chi appartiene o meno al suo gregge. In realtà non è così: Dio infatti ha parlato a tutti ed ha già insegnato agli uomini, ma poi solo una parte di essi hanno deciso in cuor loro di credere che Gesù è il figlio di Dio. Tu puoi essere del Signore solo quando e se accetti che Dio non è come pretendi o vorresti che fosse secondo te, ma quando deciderai di farti umile e mansueto come una pecora per poter fare spazio dentro il tuo cuore alla voce di Gesù.