Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
CEI

La spinta di Bagnasco al Family Day

Il «bene dei figli» deve essere sempre messo al primo posto, la famiglia è solo tra uomo e donna sposati. Il presidente della CEI, aprendo i lavori del Consiglio permanente, manda un messaggio chiaro al governo e incoraggia le iniziative dei redenti in favore del bene comune.

Editoriali 26_01_2016
Il cardinale Bagnasco

Il vero bene dei figli «deve prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti: non sono mai un diritto, poiché non sono cose da produrre; hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e stabilità».

È un passo significativo della prolusione del Presidente CEI, cardinale Angelo Bagnasco, che è stata pronunciata ieri pomeriggio in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani. Nell’ambito di un intervento ampio, che ha toccato anche il problema dell’immigrazione, il tema principale della prolusione è ruotato intorno alla questione della famiglia, delle sue difficoltà e degli attacchi culturali che subisce. 

L’attesa mediatica era tutta per la questione scottante del ddl Cirinnà e del Family day di sabato prossimo al Circo Massimo di Roma. Come era prevedibile Bagnasco non ha fatto un riferimento diretto alla manifestazione organizzata dal Comitato Difendiamo i nostri figli, ma sono diversi i passaggi che mostrano come i vescovi prendano posizione sul tema. 

Il primo punto che si può sottolineare è quello delle citazioni di Papa Francesco. Il cardinale Bagnasco ne fa due: «I bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico»; e poi: «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». 

Queste due citazioni sono chiarissime e mostrano dove si orientano i vescovi italiani, non ne fanno una questione partitica, ma certamente politica, nel senso che il bene comune passa inesorabilmente dalla promozione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, aperti alla vita, e che si promettono amore fedele per sempre. «Ogni Stato - ha detto Bagnasco - assume doveri e oneri verso la famiglia fondata sul matrimonio, perché riconosce in lei non solo il proprio futuro, ma anche la propria stabilità e prosperità».

«Mai dobbiamo dimenticare l’identità propria della famiglia e la sua importanza per la stabilità e lo sviluppo economico del Paese, nonché l’imprescindibile ruolo che riveste per l’educazione delle nuove generazioni». È stata ricordata anche la Costituzione, auspicando che «nella coscienza collettiva mai venga meno l’identità propria e unica di questo istituto» che, in quanto «soggetto titolare di diritti inviolabili, trova la sua legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. Essa non è, quindi, per la società e per lo Stato, bensì la società e lo Stato sono per la famiglia».

Il cardinale ha parlato anche di «diritti di ciascuno» da garantirsi «su piani diversi secondo giustizia», come a delineare percorsi di possibili regolamentazioni normative per altre situazioni che però sarebbero assai discutibili. Ma subito dopo ha specificato che la giustizia «è vivere nella verità, riconoscendo le differenti situazioni per quello che sono, e sapendo che – come ha ribadito il Santo Padre - quanti (…) vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa».

Infine, sono da rilevare altre due indicazioni importanti. La «compattezza» dei vescovi italiani «nel  condividere le difficoltà e le prove della famiglia e nel riaffermarne la bellezza, la centralità e l’unicità», e  poi il riconoscimento del ruolo dei laici così come indicato dal Concilio Vaticano II: spetta ai laici, ha detto Bagnasco, «di iscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Assumano la propria responsabilità alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero» (GS, n. 43).

Quest’ultimo passaggio è un chiaro riferimento alla manifestazione di sabato al Circo Massimo, perché, ha specificato il cardinale, «i credenti hanno il dovere e il diritto di partecipare al bene comune con serenità di cuore e spirito costruttivo».

Giovedì comincia la discussione in aula del ddl Cirinnà, sabato il Family day. C’è da immaginare che, con “serenità di cuore”, i laici che saranno al Circo Massimo chiederanno innanzitutto chiarezza, pronunciando il loro “no” a tutto il ddl Cirinnà.