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INIZIO D'ANNO

La speranza è sapere: «del doman v'è certezza»

Nessuno nega la crisi attuale, ma è niente rispetto a quello che affrontarono i nostri genitori. Quel che manca è la radice della speranza.

Attualità 04_01_2012
speranza al bivio

“Chi vuol esser lieto sia, di doman v'è certezza”. Questa potrebbe essere un pensiero di inizio anno per un credente cattolico, un modo per augurare Buon Anno fondato sulla Speranza.

In un’epoca in cui il pensiero dominante, basato sulla visione materialista e nichilista, ci spinge a pensare non solo che del “doman non v’è certezza” ma addirittura che il “doman fa paura”, diventa corretto far divenire la propria vita una corsa senza sosta per soddisfare i propri istinti e godere il più possibile. La fretta fa perdere il senso della vita e delle cose, non c’è tempo di riflettere sul perché del proprio comportamento, l’unica certezza è che tanto più si gode e tanto più si è portati a credere di aver vissuto la vita. In tale contesto tra due possibili cammini va sempre scelto quello meno pesante.


L’uomo attuale, abituato dai primi anni di scuola a ripetere che è più a somiglianza della bestia che di Dio, è concentrato sulla ricerca del massimo nella sola quantità: nel numero di partner, nelle misure anatomiche, nel numero di settimane bianche, di cavalli della propria auto, di cellulari posseduti. Il piacere può diventare il solo Dio davanti al quale è ragionevole “inginocchiarsi”, per il quale non si ricevono critiche se si digiuna, si soffre, si lasciano gli affetti.

Nessuno vuole far finta che la crisi economica non ci sia e non crei angoscia, ma la situazione attuale è molto migliore delle crisi che dovettero affrontare con successo i nostri genitori e nonni. Non è un fatto di sola contabilità economica: occorre ritrovare lo spirito, i valori e le radici che permisero a loro di non essere mai disperati e pazientemente d’investire nel tempo.

L’eventuale sofferenza non può e non deve spaventare il cristiano, la Resurrezione dà senso al sofferente cammino di Gesù. E' proprio tale esempio che ci infonde la fede e la speranza che sono il bagaglio indispensabile per non aver paura di affrontare la vita così da poter abbracciare le croci che inevitabilmente spunteranno strada facendo. Solo se siamo sicuri della resurrezione dopo la crocifissione potremo: affrontare le difficoltà della vita come elemento che rafforza e non divide; essere sorretti sempre dalla Speranza; essere credenti e non ubbidienti servitori; vedere la nostra ma anche l'altrui croce; fare la carità spontaneamente senza ricerca della gratitudine; avere la serenità ed il coraggio di professare la nostra fede ovunque e con chiunque; e potremo lavorare al fine di cambiare le cose nel senso in cui crediamo, discernere cercando il giusto e non il “meno pesante”.

Naturalmente tutto questo è ben diverso dall’approccio alla sofferenza fine a se stessa che vede il non credente o colui che perde la speranza. Chi è disperato sceglie sempre la via meno dolorosa, vede il destino (non la provvidenza) accanirsi sempre contro di lui mentre gli altri che vincono al superenalotto, sono alti, belli e fanno carriera pur essendo ai suoi occhi meno bravi; in ufficio e a casa i problemi nascono per responsabilità diffuse ma sicuramente non le sue.

Avendo questo stato d'animo in cui noi soffriamo e gli altri risorgono la fede vacilla, si comincia ad aspettare il miracolo riparatore, a fare una graduatoria delle croci tra i conoscenti, la carità comincia a costare troppo e si inizia a valutare se chi riceve ne sia degno. Insomma diventiamo come i discepoli di Emmaus, che perdendo di vista la resurrezione, ormai pensavano solo alla morte.


All'interno della famiglia, della comunità, della nazione, affinché l’anno sia un Buon Anno davvero, bisogna augurarsi la pazienza e la forza per mantenere viva la Speranza e la Fede così da essere in grado di aprire gli occhi e di riconoscere i segni della presenza del Signore e della Provvidenza, imparando a donare con gioia senza attesa della riconoscenza, affrontando la vita ed il discernimento lieti che “del doman v’è certezza”: dopo la passione c'è sempre una Resurrezione.