La Procura di Monaco: nessun elemento contro Ratzinger
Non ci sono elementi per nuovi procedimenti penali, né tantomeno per una condanna, afferma il procuratore capo Hans Kornprobst, ponendo così fine al clamore che ha travolto il Papa emerito sul presunto insabbiamento di abusi.
Nessuna responsabilità penale per Ratzinger. Lo ha dichiarato la procura di Monaco ponendo fine così al clamore sul sospetto insabbiamento di casi di abusi all'epoca del suo episcopato bavarese.
Nel febbraio 2022 il quasi 95enne Papa emerito rese pubblica una lettera in proposito, in cui tra l'altro lamentava che una svista (relativa alla presenza o meno a una riunione di oltre 40 anni prima) «sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo». Il pontefice era stato incluso tra gli indagati (con il suo successore Friedrich Wetter e il vicario generale Gerhard Gruber) nel corso delle indagini sul caso di Peter Hullerman, sacerdote condannato per abusi proveniente dalla diocesi di Essen, ma presente a Monaco negli anni dell'episcopato di Ratzinger. La procura di Monaco ha chiarito però che «in ogni caso [le indagini] non hanno portato a sufficienti sospetti di atti criminali da parte dei responsabili del personale». I fatti emersi «non hanno portato a nuovi procedimenti penali, figuriamoci a una condanna», afferma il procuratore capo Hans Kornprobst.
Se il polverone mediatico che ha amareggiato l'ultimo anno di vita del Papa emerito non ha lesinato titoloni (da Ratzinger non poteva non sapere a Ratzinger non intervenne), è oggi difficile trovare sulla stampa italiana notizie dell'archiviazione e dell'assenza di elementi a carico di Benedetto XVI – con rare eccezioni, tra cui l'articolo di Nico Spuntoni su Il Giornale. Ora che la giustizia civile ha parlato, non sarebbe male se l'onore del pontefice venisse ristabilito anche dalla giustizia... mediatica.