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La Natività della Beata Vergine Maria, le origini e il senso teologico

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Intervista a padre Antonio Luigi Piccolo, rettore Generale dell’ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio.

Ecclesia 07_09_2024

Oggi è la festa della Natività della Beata Vergine Maria: i due genitori, san Gioacchino e sant’Anna, aspettavano questo evento con trepidazione. Così la stessa umanità: un nuovo inizio per il mondo, per noi. Per approfondire il senso teologico e la storia di questa festa, La Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato padre Antonio Luigi Piccolo, rettore Generale dell’ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio.

Padre Piccolo, quali sono le origini della festa e come veniva celebrata?
Si tratta di una delle più antiche feste mariane. Si pensa che la sua origine sia collegata alla festa della dedicazione di una chiesa intitolata a Maria, a Gerusalemme, nel IV secolo: si tratta della basilica di sant’Anna. La tradizione ci narra che si trattava della casa dei genitori di Maria, i santi Gioacchino e Anna. Qui, in questo luogo nacque la Vergine. A Roma, riprendendo la tradizione orientale, la si celebra nell’VIII secolo, con papa Sergio I (8 settembre 701). È la terza festa di “natività” presente nel Calendario romano: la Natività di Gesù, il Figlio di Dio (il Santo Natale); poi c’è quella di san Giovanni Battista (il 24 giugno) e, infine, quella della Beata Vergine Maria (l’8 settembre). Nei Vangeli non vi si trovano dati per confermare questa festa e neppure i nomi dei genitori che la tradizione ci fa incontrare nel Protovangelo di Giacomo, uno scritto aprocrifo del II secolo. Nella Chiesa Ambrosiana questa festa viene fatta risalire al X secolo: il Duomo di Milano, dedicato appunto a «Maria nascente», venne consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo.

Qual è il senso teologico di questa festa mariana?
Sebbene i Vangeli parlino di Maria in particolare per l’evento fondamentale per l’Incarnazione, che è l’Annunciazione, la Natività della Beata Vergine Maria è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Maria è l’aurora che precede il sole di giustizia. In Maria, sposa di Giuseppe della casa di Davide, si compiono le profezie. Maria preannuncia a tutto il mondo la gioia dell’arrivo del Salvatore.

La nascita della Vergine si “incardina” perfettamente nel Disegno di salvezza per l’intera umanità. Soffermiamoci un attimo su questo punto, padre Piccolo.
La festa odierna è stata celebrata con magnifiche lodi da molti Padri della Chiesa, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico. Eloquente è quanto dice nel secondo Sermone sulla Natività di Maria san Pier Damiani: penso sia una sublime sintesi alla questione che lei pone. «Dio onnipotente, prima che l’uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria. (...) Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità, disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti. (...) È  giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso».

Cerchiamo di “entrare” nella casa di Gioacchino e Anna. Quali emozioni potevano sentire questi due coniugi al momento della nascita della piccola Vergine Maria?
Non è mai facile entrare nel vissuto emotivo delle persone. Però, considerando il racconto del Protovangelo di Giacomo, si può pensare che lo stupore, la consolazione e la gioia grata siano state le emozioni prevalenti. Nel Protovangelo si narra infatti di come Gioacchino sia stato scacciato dal tempio prima ancora che potesse fare la sua offerta perché senza prole e quindi persona poco gradita a Dio. E si narra di come ritiratosi nel deserto abbia digiunato e pregato per quaranta e quaranta notti fino a quando Dio non lo avesse visitato mangiando e bevendo la sola preghiera. Anna da sola, in abiti mesti, in casa piange la sua sterilità e versa le sue lacrime nell’otre di Dio consolata da una fidata serva. Entrambi vengono raggiunti da un annuncio angelico che promette la prole tanto sospirata a cui Anna risponde che il frutto del suo grembo, maschio o femmina, sarà offerto al Signore per servirlo tutti i giorni della sua vita. I due coniugi si congiungono  alla Porta d’oro della citta: si baciano, si incontrano. Nascerà Maria, il tempio del Signore, l’Arca della nuova ed eterna alleanza. Due anziani coniugi, in preda quasi alla disperazione sperimentano la forza rivoluzionaria di Dio che la figlia canterà nel Magnificat. Perché proprio a me? Allora non sono maledetto da Dio, allora Dio mi ama, allora posso fidarmi di Lui. Che farò: «Canterò un cantico al Signore mio Dio, poiché mi ha visitato» così conclude Anna nel Protovangelo.

Lei è rettore Generale dell’ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio. Pochi giorni fa, il 1° settembre, si sono celebrati i 450  anni della fondazione del vostro ordine istitutito da san Giovanni Leonardi. Può parlarci della devozione mariana del vostro santo fondatore?
San Giovanni Leonardi ha sempre nutrito particolare affetto e devozione per la Vergine Maria. Ha sperimentato Maria come colei che porta Cristo, consolazione di Dio e rimedio efficace per ogni male. Da lei e dalla sua storia ha appreso la fiducia incrollabile in Dio anche quando tutto sembra remare contro, tanto da credere fermamente che le difficoltà e gli ostacoli umani siano segno di un’opera di Dio in corso che non tarderà a mostrare la sua benevolenza. Esorterà pertanto i suoi figli, fin dagli esordi della congregazione fortemente osteggiata dai maggiorenti di Lucca, ad affidare ogni cosa all’intercessione di Maria Santissima, rifugio e protezione di chi a Dio si affida. E Maria gli otterrà sempre di poter cantare il Magnificat per le opere grandi da Lui compiute per i suoi servi fedeli.

Cosa può dire questa antica festa al nostro mondo contemporaneo?
Nella Natività di Maria è adombrata certamente quella nuova umanità che ricevendo lo Spirito di Cristo coi suoi doni sarà liberata dal cuore di pietra e riceverà un cuore di carne capace di accogliere con docilità e gioia i precetti del Signore. La Chiesa guarda a Maria come la Madre di Dio, ma ancor più come la discepola che meglio di tutte può offrire l’esempio e il modello di vita cristiana. Nella sua fede, nell’obbedienza al Figlio, nel suo farsi prossima verso la cugina Elisabetta e alle nozze di Cana: Maria è donna da imitare anche per la fiducia nei momenti più bui della storia del suo Figlio Gesù. Questo, e molto altro, spiega perché il popolo di Dio sa di trovare in lei rifugio e conforto, aiuto e protezione.