La Mazzucco come Catullo? Lo psicologo che straparla
Dura e violenta lettera del dottor Paolo Lovera, che esalta il libro Sei come sei e arriva a chiedere di togliere i figli ai genitori che hanno denunciato il caso porno-gay del Liceo Giulio Cesare a Roma. E afferma che la Bibbia è «un libro mefitico», però è anche un consulente della Caritas diocesana di Cuneo.
La denuncia presentata dai Giuristi per la Vita e dall’associazione Pro Vita Onlus contro gli insegnanti del Liceo Giulio Cesare di Roma per la nota vicenda legata al romanzo di Melania Mazzucco - che La Nuova BQ per primo ha reso pubblica - ha suscitato inevitabili reazioni nell’opinione pubblica. Numerose, e a tratti commoventi, sono state le attestazioni di gratitudine e di stima pervenute all’indirizzo di posta elettronica dei Giuristi per la Vita.
Non sono mancate, com’era prevedibile, anche reazioni opposte. Due per la precisione, una delle quali merita di essere parzialmente riportata:
«Buongiorno, sono disgustato dalla denuncia presentata contro il Liceo Giulio Cesare a seguito della meravigliosa decisione di far leggere agli alunni del ginnasio il libro "Sei come sei". Forse chi ha presentato l'esposto e chi si è fatto propugnatore di questa caccia alle streghe degna della santa inquisizione non sa che al liceo classico si legge e traduce il grande poeta Catullo e che i classici greci e romani avevano costumi liberi e grande saggezza. Purtroppo la grande cultura classica è stata soppiantata da una cultura (?) mediorientale ottusa, sessuofoba, castrante che si è propagata come un virus immondo e che trova le sue radici in quel libro mefitico che è la bibbia...Trovo sconcertante la vostra ignoranza, nel senso che ignorate ciò che ai Licei viene giustamente insegnato. In quanto ai genitori beghini che si sono scandalizzati io toglierei volentieri a loro i figli in quanto non degni di educare e soggetti socialmente pericolosi (…) Con disprezzo, dott. Paolo Lovera».
Il dott. Paolo Lovera non è uno psicopatico ma uno psicologo, e per giunta di chiara fama. E’ presidente del Centro di Psicologia delle Risorse OASI di Cuneo, attivo dal 1988, il quale si occupa di psicologia clinica, dello sviluppo e di formazione, ispirandosi ai “ principi della psicologia umanistica secondo la quale non sono le pulsioni istintuali a motivare il soggetto, ma piuttosto il bisogno di conoscere, di esprimersi, di costruire relazioni gratificanti e di autorealizzazione.
Il dott. Paolo Lovera è anche Vice Presidente di un istituto internazionale, il Vietchi Institute, essendo evidentemente interessato a studiare l’armonizzazione tra ψυχή e σῶμα nell’ambito dell’antica arte marziale vietnamita. Dal tenore della email ricevuta, il dott. Paolo Lovera – che vorrebbe farci portar via i figli dagli assistenti sociali – pare, in realtà, un tantino anticlericale, circostanza che però non gli ha impedito, evidentemente, di collaborare, in qualità di partner, con la Caritas Diocesana di Cuneo, e di apparire nel 2010 tra i relatori principali nella presentazione del progetto “Oasi della Prossimità”.
Narrano infatti le cronache cuneensi dell’epoca: «Nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo, alla presenza di figure politiche e istituzionali, di persone impegnate in ambito sociale e di semplici cittadini, è stato presentato il progetto “Oasi della Prossimità” della Caritas diocesana di Cuneo. Il progetto (redatto dall’architetto Luca Soave) riguarda la creazione di una struttura in qualche modo collegata alla salute e al disagio mentale, quest’ultimo - come ha detto il direttore della Caritas Claudio Mezzavilla nel suo intervento - sempre più rientrante nelle cosiddette “nuove povertà”. Gli interventi che si sono succeduti, dopo la presentazione e i saluti dell’assessore Erio Ambrosino, interventi del dott. Risso Francesco, direttore della Struttura complessa di psichiatria di Cuneo, del dott. Paolo Lovera, psicologo, presidente dell’Associazione di promozione sociale OASI, e di Panero Luisella, responsabile dell’associazione “Non solo noi” (accompagnamento e inserimento lavorativo mamme sole o con bambini; donne vittime di violenze), hanno chiarito il ruolo dei partners impegnati nella realizzazione del progetto, che inizialmente comporterà la ristrutturazione del fabbricato sito in Corso Dante 46, un tempo gestito come casa di riposo dalle Suore della Congregazione di San Giuseppe».
Tornando alla nota critica inviata «con disprezzo» dall’esimio dott. Paolo Lovera, al netto del volgare giudizio che egli esprime nei confronti del cristianesimo, ciò che spicca è la sua sincera ignoranza degli studi classici e del relativo liceo. Non so se egli ne abbia mai frequentato uno, ma io, di certo, l’ho fatto presso il Liceo Ginnasio di Stato Ernesto Cairoli di Varese.
Rispolverando per l’occasione le vecchie carte di quell’epoca ho ritrovato una vecchia versione dal greco relativa ad un passo del Primo libro delle Leggi di Platone (636c). Interessante una frase di quel brano: «ἐννοητέον ὅτι τῇ θηλείᾳ καὶ τῇ τῶν ἀρρένων φύσει εἰς κοινωνίαν ἰούσῃ τῆς γεννήσεως ἡ περὶ ταῦτα ἡδονὴ κατὰ φύσιν ἀποδεδόσθαι δοκεῖ, ἀρρένων δὲ πρὸς ἄρρενας ἢ θηλειῶν πρὸς θηλείας παρὰ φύσιν καὶ τῶν πρώτων τὸ τόλμημ᾽ εἶναι δι᾽ ἀκράτειαν ἡδονῆς». La traduco, poiché non sono certo che il dott. Paolo Lovera abbia frequentato il liceo classico: «Bisogna dunque considerare che alla natura femminile e a quella degli uomini che desiderano unirsi per procreare, il piacere che ne deriva è stato dato secondo natura, ma quello di uomini con uomini e di donne con donne è contro natura e tale atto temerario nasce dall’incapacità di dominare il piacere».
Qui ha ragione il dott. Lovera: com’era grande la saggezza precristiana!