La legge 40 e i furbetti della citazione
Curiosamente il Sir, nel riportarlo, ha censurato parte dell'intervento di monsignor Crepaldi sull'impegno necessario dopo la sentenza della Consulta che apre alla fecondazione artificiale. Così non è più la legge 40 da combattere ma solo gli effetti della sentenza.
Caro direttore,
le scrivo per denunciare il solito tentativo da parte di certo mondo cattolico di evitare la lotta contro le leggi ingiuste come è la legge 40 sulla fecondazione artificiale. Al punto da censurare o depotenziare gli interventi dei vescovi in materia. Come è accaduto per l’intervento di monsignor Giampaolo Crepaldi che anche La Nuova Bussola Quotidiana ha pubblicato integralmente (clicca qui).
È successo invece che il Servizio di Informazione Religiosa (Sir) diretto da Domenico Delle Foglie, ha così riassunto l'intervento di mons. Crepaldi sulle azioni da intraprendere dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa:
«È “sul piano culturale” che “va combattuto questo processo di eliminazione della natura e della natura umana”. Da qui la richiesta di “una grande mobilitazione”, poiché “l’opposizione culturale alla fecondazione sia omologa sia eterologa, la proposta di una visione bella e libera della sessualità, della vita coniugale, della famiglia naturale, di un modo umano di amarsi, di accogliere la vita e provvedere ad essa, di educare i figli per introdurli nel mondo consapevoli della loro dignità, devono diventare di massa”. E “alla lotta culturale - prosegue - deve aggiungersi un forte impegno collettivo, da parte di singoli e gruppi associati”, da condursi “nella scuola, nelle strutture sanitarie, nelle amministrazioni locali”, nonché un impegno politico e legislativo. “Governo e parlamento - chiede mons. Crepaldi - devono prendere in mano l’intera questione”, impegnandosi “contro la fecondazione eterologa anche nella forma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi».
Vedete? Il messaggio riportato in sostanza è questo: l'opposizione alla fecondazione omologa deve essere "culturale", mentre sul piano legislativo Governo e Parlamento devono "impegnarsi" contro la fecondazione eterologa, anche nella formazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi".
Quindi: l'arcivescovo di Trieste avrebbe dato un'indicazione chiara ai politici "amici": concentrarsi solo sull'azione per ridurre i danni derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale; lasciar perdere le azioni contro la legge 40 - che, di per sé, non produce "effetti negativi" - perché, per contrastare la fecondazione artificiale omologa l'unica battaglia è quella di "opposizione culturale".
Su La Nuova Bussola Quotidiana e su Tempi (e poi sul sito dell'Osservatorio Van Thuan) abbiamo potuto invece leggere il testo integrale dell'intervento di mons. Crepaldi. Riporto il passo finale:
«Governo e Parlamento devono prendere in mano l’intera questione della fecondazione eterologa dopo la sentenza della Corte costituzionale, come si evince, tra l’altro, da alcuni passaggi della stessa motivazione della Corte e da alcuni obblighi che derivano dall’Unione europea. Se l’obiettivo finale di tale impegno deve essere il divieto legislativo di ogni tipo di fecondazione artificiale, sia omologa che eterologa, a fronte della situazione venutasi a creare è opportuno far tesoro di quanto insegnato dall’enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II, che giustifica le iniziative intraprese per ridurre gli effetti negativi sul piano pratico. Come afferma il paragrafo 73 dell’enciclica, infatti, quando sia pubblicamente nota l’opposizione del parlamentare ad una legge, sia nel suo spirito che nella sua lettera, e garantito l’impegno personale a lottare contro i suoi presupposti culturali e i sui contenuti materiali, egli può dare il suo assenso ad una legge che, pur non essendo soddisfacente in quanto ancora impregnata di elementi eticamente non giustificabili, riduca gli effetti negativi di una legge precedente. Questo è il contesto dottrinale e pratico che motiva in questo momento un impegno in Parlamento contro la fecondazione eterologa anche nella forma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi. Nonostante le diversità culturali delle forze politiche e nonostante molte di esse abbiano espresso una posizione consenziente rispetto ad alcuni aspetti della deriva in atto, è possibile ed auspicabile, con la buona volontà di tutti e con l’uso del buon senso, intervenire con una legislazione correttiva e di contenimento, in attesa che l’impegno generale per una rinnovata responsabilità politica renda possibile in futuro una legge giusta in materia e senza minimamente diminuire – anzi! – l’impegno nel Paese perché questo avvenga.
Ognuno confronti il testo e la sintesi fattane dal Sir e tragga le conclusioni.
Io mi limito a notare che la sintesi non riporta né il passaggio secondo cui "l’obiettivo finale di tale impegno deve essere il divieto legislativo di ogni tipo di fecondazione artificiale, sia omologa che eterologa", sia quello che definisce la legislazione "correttiva e di contenimento" come provvisoria ("in attesa che ..."), sia, infine il riferimento ad una "legge giusta", che evidentemente è quella che impedisce ogni fecondazione, eterologa od omologa che sia.
Il Sir censura l'arcivescovo di Trieste e riporta solo i passi che dimostrano la bontà della battaglia politica qui ed ora ...
Nessuno stupore! Vi ricordate? Già nel dicembre 2008 la sintesi della Dignitas Personae presente nel sito internet del Movimento per la Vita si "dimenticava" di vari passaggi tra cui i seguenti: "Alla luce di tale criterio sono da escludere tutte le tecniche di fecondazione artificiale eterologa e le tecniche di fecondazione artificiale omologa che sono sostitutive dell'atto coniugale" oppure "L'esperienza successiva ha dimostrato invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l'embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate".
E, del resto, la espressione "legge giusta" forse è un po' troppo "dura" per chi, quale portavoce di Scienza e Vita, esaltava la legge 40, il suo "sano trasversalismo che aveva portato alla riduzione del danno", il clima "propositivo e costruttivo che aveva portato alla sua approvazione" ...
Qualche considerazione da parte di chi, come chi scrive, non è mai voluto entrare in questioni strettamente ecclesiali:
1. Mons. Crepaldi - la cui autorevolezza è indiscussa e che qui ribadiamo! - stia attento ad interpreti interessati.
2. La posizione di chi - come il Comitato Verità e Vita - da sempre sostiene che l'unica legge "giusta" sulla fecondazione artificiale è quella che vieta ogni tipo di fecondazione in vitro, sia omologa che eterologa, trova un'ulteriore conferma. Questa è la vera battaglia! Una battaglia culturale e legislativa per vietare queste tecniche antiumane che trasformano il figlio in un diritto e portano inevitabilmente con sé il ricorso all'eterologa, la morte di innumerevoli embrioni, la selezione eugenetica, gli esperimenti sull'uomo!
3. Se qualche politico è interessato a ridurre gli effetti negativi della legge 40 e della sentenza della Corte Costituzionale: buon lavoro! Se, però, vorrà richiamarsi alle parole di mons. Crepaldi e all'Evangelium Vitae n. 73, ci aspettiamo di sentirlo proclamare pubblicamente e ad alta voce "la sua opposizione alla legge 40, sia nel suo spirito che nella sua lettera, l'affermazione che essa è impregnata di elementi eticamente non giustificabili e il suo impegno per l'approvazione di una legge giusta in materia che vieti ogni tipo di fecondazione in vitro".
*Presidente Comitato Verità e Vita