Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
SANTI DEI NOSTRI GIORNI

“La grazia di vivere la grazia”. La sorella racconta Chiara

Elisa Corbella ricorda in una testimonianza pubblica la sorella Chiara. Nel rievocare le ultime ore della vita terrena della Serva di Dio, Elisa spiega che “Chiara, nel suo ultimo respiro, è come se avesse spiccato il volo e si può spiccare il volo così solo se si è sicuri che Qualcuno ti prenderà”. E lei lo era.

Ecclesia 26_01_2019

“Una ragazza spontanea, dalla battuta pronta, col sorriso sulle labbra. Amava viaggiare, scherzare e stare tra la gente. Parlava della sua fede, incarnando il Vangelo in tutto quello che faceva, certa che il Signore fosse al suo fianco”. È ricordata così Chiara Corbella Petrillo, ora Serva di Dio, nelle parole dette da sua sorella Elisa nel corso di una testimonianza pubblica. “Più che parlare, Chiara riusciva ad ascoltare l’altro e a dire a chi incontrava anche soltanto una parola, essendo ella stessa in ascolto delle ispirazioni che lo Spirito Santo le suggeriva”.

La sorella Elisa lascia principalmente che sia Chiara stessa a parlare in un video esclusivo del suo ultimo viaggio a Medjugorje, quando era già divorata dal tumore alla lingua. Le parole di Chiara risuonano così tra le immagini del suo matrimonio, dell’incontro con lo sposo terreno, Enrico Petrillo, e quelle dei suoi funerali nell’incontro con lo Sposo celeste. Chiara racconta con la simpatia e l’ironia che la contraddistinguono l’incontro con Enrico, avvenuto proprio lì a Medjugorje, i litigi, la breve interruzione del suo fidanzamento, il desiderio e la decisione comune di sposarsi. Di qui alla gioia della prima figlia, Maria Grazia Letizia, anencefala, vissuta solo 30 minuti; alla grazia di avere subito un altro figlio, il piccolo Davide Giovanni, con gravi problemi agli arti inferiori e malformazioni agli organi interni, che vivrà sulla terra solo 38 minuti. Rispetto a tale doloroso epilogo, Chiara afferma con una serenità e una pace interiore disarmante: “Non ci è sembrato poco il tempo che abbiamo passato con loro, perché ogni momento passato con loro ci ha riempito e siamo usciti pieni del loro amore”.

Passano pochi mesi ed essi “rimangono incinti del terzo figlio” - come Chiara stessa afferma - cioè Francesco, perfettamente sano. Questa volta però è la sua mamma ad ammalarsi e a scegliere di posticipare le cure, in particolare il secondo intervento che le avrebbe comportato l’asportazione di una parte della lingua, a qualche giorno dalla nascita di Francesco, proprio per non comprometterne la salute. E così Chiara sopporta chemio e radioterapia e si sottopone alle cure necessarie “con la serenità che Dio avrebbe fatto della sua vita un qualcosa di più grande di quello che ella stessa avrebbe potuto immaginare”.

In quel suo ultimo pellegrinaggio terreno nel luogo delle apparizioni mariane, Chiara è lì per “chiedere la grazia di vivere la grazia” (c’era già tornata dopo essersi lasciata con Enrico per comprendere la propria chiamata all’Amore in dialogo col suo Signore), ossia per comprendere se il Signore desideri la sua guarigione o che raggiunga in cielo gli altri due figli per realizzare un bene più grande, in conformità al disegno del Padre. Chiara è anche fermamente convinta, nello stesso tempo, sia che “a ogni tribolazione corrisponde una consolazione perché Dio non ci lascia soli nel dolore”, come ricorda sua sorella Elisa, sia che “se uno si lascia amare dal Signore può fare tutto”.

Nel rievocare le ultime ore della vita terrena della sorella, Elisa ricorda infine che “Chiara, nel suo ultimo respiro, è come se avesse spiccato il volo e si può spiccare il volo così solo se si è sicuri che Qualcuno ti prenderà”. E lei lo era. Perciò al suo matrimonio, come al suo funerale, si piange e si gioisce, “suonano le campane e cantano gli angeli nel ciel”.