La fuga in Egitto
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò...». (Mt 2, 13-18)
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò...». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio»... Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama». (Mt 2, 13-18)
Questa volta Maria non obbedisce a un angelo ma a un uomo, Giuseppe, il suo sposo. Questa volta è lui a dire cosa succederà, quello che accadrà, che dice: non si torna a casa ma si riparte. Giuseppe è un uomo che sa ascoltare i sogni, svegliarsi e ripartire senza aspettare il giorno. Senza rivedere tutto alla luce del giorno e senza organizzare meglio le cose. Perché sa il fatto suo, sa di sapersela cavare. È un uomo che sa contemplare Dio e sa guardare che strade fare per compiere la volontà di Dio. È un uomo. Quanto è importante per un donna avere accanto un uomo.