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SANTA RITA

La fede che rende possibile l’impossibile

I santi - come Rita da Cascia, invocata per le cause impossibili - possono intercedere per noi. Ma bisogna ricordare che le grazie vanno chieste con fede.

Ecclesia 20_05_2022

Nel ‘68 era molto in voga lo slogan: siamo realisti, pretendiamo l’impossibile! Ovviamente questo slogan ci può anche far sorridere, ma in realtà, se letto cristianamente, ci dice anche una grande verità.

Crediamo nel potere di intercessione? Se ci crediamo dobbiamo pensare che i santi possono impetrare grazie e protezione per noi. Se crediamo di essere parte di una comunione dei santi che si estende nel tempo e nello spazio, dobbiamo anche credere che i nostri fratelli più avanti di noi nella fede, come i santi, come coloro che ci hanno lasciato e che ora conoscono la gloria del Paradiso, possono intercedere in nostro favore. Il nostro realismo cristiano deve portarci a sentire questa verità come tangibile, reale, concreta.

Prendiamo santa Rita da Cascia, che la Chiesa festeggia il 22 maggio. Ella è conosciuta come “la santa degli impossibili”, cioè santa delle cause disperate. Dobbiamo imparare che spesso il problema non è nella potenza salvifica dei santi, ma nella nostra poca fede: “In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Levati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato” (Marco 11, 23); “In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Matteo 17, 20); “In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà” (Matteo 21, 21); «Gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”». (Luca 17, 5-6).

La Scrittura è chiara a questo riguardo. In questo senso, non è meglio la fede dei semplici che quella dei sapienti? I semplici credono e si affidano, mentre i sapienti sono divorati dalla loro curiosità.

Qualche anno fa sono stato organista in una chiesa in cui la festa di Santa Rita da Cascia era celebrata con grande solennità. Vedevo tutta questa gente semplice che portava ai piedi della santa le proprie aspirazioni, sofferenze, i propri tormenti. E nel loro volto si leggeva quel realismo cristiano di cui parlavo prima, e si capiva che cristianamente pretendevano l’impossibile. Sapevano che nel piano di Dio alcuni di loro sarebbero stati esauditi. E chi non lo sarebbe stato, impossibile per impossibile, continuava a fidarsi.