La Famiglia Nuova Il più bel regalo a tutta l’umanità
Al Creatore non restava altra via se non ripartire dall’origine, rinnovando la purità della sorgente. Un uomo, una donna, una famiglia espressi nella loro autenticità e nella loro più grande potenzialità. Un corpo di donna che concepisse verginalmente, una natura umana esaltata al massimo di sé perché impersonata dalla divinità.
Fino a qualche tempo fa – ma sembra appena ieri – parlare di famiglia era cosa scontata. Ci si salutava in strada e non ci si diceva il banalissimo: «Tutto bene?», ma il cordialissim: «E la famiglia?». Appariva come naturale compimento il fatto che la domenica seguente al Natale fosse dedicata alla Santa Famiglia di Nazaret, così come in tante case non mancava la semplice raffigurazione di Giuseppe falegname al tavolo di lavoro, aiutato dal bambino ormai cresciuto, mentre Maria filava la lana o leggeva un libro di preghiere.
Capitava persino di trovarsi impacciati nel proporre l’omelia della Messa nella festa della Santa Famiglia, tanto i contenuti sembravano ovvi e risaputi. Non è più così. Con il vantaggio che la Famiglia di Nazaret riprende a solcare le tormentose onde dell’oceano della modernità come una bellissima e lieta novità: una famiglia indissolubilmente unita, pervasa dall’amore di Dio, pronta ad affrontare il dramma della fuga e dell’esilio e di tutte le traversie della vita. Per tutti, un’immagine immediata e clamorosa di normalità e di fortezza, una perla di amore pieno, di dedizione assoluta, di fierezza non ostentata, che porta a compimento l’azione di Dio conclusa con la prima creazione del mondo
Infatti, dopo la creazione, Dio non avrebbe forse più potuto fare un mondo ancora migliore. Non poteva creare un universo ancora più grande, più bello, più vivo, più complesso, più espansivo di quello già uscito dalle sue mani, tale che scienziati e astronauti avranno il loro da fare per qualche migliaio di anni, prima di raggiungerne i confini. Non poteva nemmeno modellare un uomo (secondo il racconto biblico “uomo-donna”) più perfetto, più relazionale, più libero, più volitivo, più intelligente. Il ciclo della evoluzione aveva toccato l’apice con l’emersione dell’homo sapiens-sapiens, e tutti i progressi della cibernetica e della virtualità non potranno aggregargli se non qualche elemento quantitativo, senza più alcun salto sostanziale. Nel frattempo, però, la scheggia umana è impazzita, staccandosi dalla roccia su cui era stata intagliata e frantumandosi in odiosi frammenti, che hanno continuato a dilaniarla nel corso della storia.
Al Creatore non restava altra via se non ripartire dall’origine, rinnovando la purità della sorgente. Un uomo, una donna, una famiglia espressi nella loro autenticità e nella loro massima potenzialità. Un corpo di donna che concepisse verginalmente. Una natura umana che potesse esprimere il massimo di sé perché “impersonata” dal Verbo divino. Una capacità di relazione capace di superare ogni limite e ogni ostacolo. Una potenza di amore senza confini. Una libertà capace di apprezzare il bene e di aderirvi nei fatti. Un uomo nuovo, pur restando uomo; una donna nuova, pur restando donna; una famiglia nuova, restando famiglia. Una strada di rinnovamento, di compimento, di bellezza aperta davanti a tutti e che tutti, attratti e invasi dalla grazia, potranno cominciare a percorrere. Il nuovo Paradiso terrestre si chiama Santa Famiglia di Nazaret. In questo giardino è germogliato il Natale di Gesù e le nuove radici si espandono per tutto il terreno della storia umana.