Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
EDITORIALE

La Croazia manda un segnale a tutta l'Europa

Nel referendum per introdurre nella Costituzione la definizione di famiglia come matrimonio tra un uomo e una donna schiacciante vittoria dei "sì", il 66% dei voti. Primo caso in Europa. 

Editoriali 02_12_2013
Un manifesto per il sì

Il referendum in Croazia è stato un successo: 66% di voti per il sì alla modifica costituzionale che introduce la definizione di famiglia come matrimonio tra un uomo e una donna. Malgrado tutti i tentativi del governo socialista di sabotare la consultazione e di intimidire gli attivisti del “sì” il popolo croato ha mandato un messaggio chiaro. La Croazia è così il primo paese europeo a invertire una tendenza al disfacimento della famiglia che sembrerebbe inarrestabile, è il classico granello di polvere che blocca l’ingranaggio.

Tra i motivi del successo nel referendum c’è sicuramente anche l’unità d’intenti di tutte le confessioni cristiane – cattolici, ortodossi, piccole denominazioni protestanti – e delle altre religioni, ebrei e musulmani. In particolare si è registrato un grande coinvolgimento della Chiesa cattolica, dai vescovi alle singole parrocchie.

Il voto croato dice due cose soprattutto: la prima è che il trionfo dei nemici della famiglia e della persona non è ineluttabile. C’è possibilità di fermare questa corsa alla disgregazione in cui si è lanciata l’Europa, non solo giocando in difesa, ma proponendo qualcosa in positivo. Il no all’equiparazione delle unioni di fatto, anche tra persone dello stesso sesso, è in realtà un “sì alla famiglia”, come dimostra anche il dettato del referendum promosso dalle associazioni pro-family croate.

Se in Croazia la mobilitazione è stata generale, qualche segno nella stessa direzione c’è anche in Italia. Ieri, 1 dicembre, ad esempio, a Torino si è svolto un convegno organizzato da sedici associazioni cattoliche proprio per dire “sì alla famiglia” come risposta ai tentativi di introdurre l’ideologia di genere nella legislazione italiana e nella scuola. Al convegno – che prevedeva una parte di approfondimento dal punto di vista sociologico, giuridico e politico e un’altra di confronto tra parlamentari e rappresentanti delle associazioni presenti nella scuola e nel mondo del lavoro - hanno partecipato oltre 500 persone a testimonianza che smuovere qualcosa anche in Italia è possibile. 

La seconda cosa che emerge dal voto croato è però l’estrema determinazione di queste lobby che vogliono la distruzione della famiglia. Non solo ciò che è accaduto prima del voto lo dimostra, ma ieri mentre si palesava la dura sconfitta del governo, il premier Mikanovic, oltre a parlare di “giornata triste”, annunciava la contromossa: la presentazione in Parlamento già in questa settimana di un disegno di legge sulle unioni civili, riservato soltanto alle coppie omosessuali, alle quali verranno concessi tutti i diritti delle coppie sposate, ad eccezione della possibilità di adottare i bambini. Bisognerà ora vedere se il governo riuscirà nel suo intento, ma la determinazione delle forze del male è evidente, in Croazia come altrove, Italia compresa. E con questa bisognerà fare i conti.