Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
DIRITTO

La Costituzione per i bimbi «cancella la famiglia»

La Costituzione a fumetti della Regione Emilia Romagna cancella
ciò che non va alla Sinistra. E sulla famiglia spunta una vignetta oscena.

Attualità 16_09_2011
costituzione illustrata

Illustrare la Costituzione a fumetti per far conoscere i valori della Carta è da sempre una delle ambizioni di molte amministrazioni pubbliche. Questa volta però la Regione Emilia Romagna ha superato ogni limite: omissioni, libere ricostruzioni e addirittura alcune immagini che richiamano alla pornografia, in una pubblicazione destinata ai bambini. Un consigliere regionale del PdL - Fabio Filippi - ha denunciato la vicenda.

«La Regione cancella la famiglia», ha tuonato. I fatti partono dalla pubblicazione di un opuscolo, a spese dei contribuenti, per “interpretare” in modo libero (sic!) gli articoli che compongono la Costituzione. E per l’occasione non si sono fatti mancare i migliori vignettisti e fumettisti sulla piazza: da Altan a Daniele Luttazzi.

Nell'opuscolo, ciascun articolo della Costituzione è affiancato dal fumetto esplicatvo.

Ma è all’articolo 30 che tutto si complica. E’ quello relativo al dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio.A spiegazione dell’articolo è stata affiancata, con una scelta di pessimo gusto, l’immagine di un bambino (o di un adulto, non si capisce bene ndr.) che legge una rivista dal titolo “porno sex” e una donna nuda stilizzata (per chi vuole verificare di persona, alleghiamo il pdf della pagina alla fine dell'articolo).

Filippi chiederà di ritirare il libretto, in quanto «diseducativo nella parte relativa ai rapporti etico-sociali». Nell'opuscolo però non ci sono solo immagini che richiamano alla pornografia, ma anche la totale assenza strategica di due articoli. Quali? Gli articoli 29 e 31 della Costituzione, che evidentemente richiamano concetti non graditi alla giunta guidata da Vasco Errani.

Non certo articoli a caso. Nel primo si ribadisce che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Nel secondo che “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo».

Non è la prima volta che la Regione Emilia Romagna si trova al centro di di iniziative a dir poco discutibili: prima l'approvazione di una legge sui Dico regionali, poi l'introduzione di una normativa sui ticket sanitari che favorisce le coppie di fatto. Ora ci riprova producendo un opuscolo, con soldi pubblici, dal quale sono stati cancellati gli articoli fondamentali della Costituzione che riguardano la famiglia in quanto istituzione.

Sul caso, il consigliere Filippi ha preannunciato interpellanze per conoscere quanto è costata alla collettvitià la trovata che a Bologna non mancherà di far discutere.