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APPROPRIAZIONE INDEBITA

“La comunità internazionale deve aiutarci a demarcare il confine tra Sudan e Sud Sudan” dice l’Arcivescovo di Juba

“La situazione non è tranquilla.
La popolazione è molto preoccupata per quello che sta accedendo al confine” dice all’Agenzia Fides mons. Paulino Lukudu Loro, arcivescovo di Juba, capitale del Sud Sudan. E il presidente del Nord Omar al Bashir risponde: "Nessun negoziato con questa gente (i dirigenti del sud, ndr). Con loro negoziamo solo con fucili e proiettili".

 

Juba (Agenzia Fides) - “La situazione a Juba non è tranquilla. La popolazione è molto preoccupata per quello che sta accedendo al confine tra Sud Sudan e Sudan” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Paulino Lukudu Loro, Arcivescovo di Juba, capitale del Sud Sudan. Sudan e Sud Sudan continuano a scambiarsi accuse reciproche per la vicenda di Heglig, l’area petrolifera contesa tra i due Stati, di recente riconquistata dalle truppe di Khartoum dopo aspri combattimenti, nei quali, secondo i sudanesi, sono morti circa 1.200 soldati di Juba (una cifra smentita dalle autorità del Sud Sudan). L’aviazione di Khartoum continua inoltre a bombardare alcune aree di confine nello Stato sud sudanese di Unità.

“Il governo sud sudanese ha mobilitato nuove truppe da inviare al confine. Vi sono movimenti di soldati intorno a Juba” riferisce Mons. Lukudu Loro. “Di fronte a questi attacchi - aggiunge l’Arcivescovo - il nostro governo è preoccupato per la sicurezza dei cittadini del Sud Sudan, allo stesso tempo gli stessi sud sudanesi sono turbati dai discorsi, che considerano irresponsabili, del Presidente Bashir del Sudan”.

Il Presidente Omar al Bashir, visitando Heglig, ha affermato: “''Nessun negoziato con questa gente (i dirigenti del sud, ndr). Con loro negoziamo solo con fucili e proiettili”.
Secondo Mons. Lukudu Loro “il popolo del Sud Sudan non vuole la guerra. Questo è un conflitto economico per il controllo del petrolio. Il Sud Sudan è pronto a raggiungere un accordo con il Sudan sul petrolio. Ma quello che ha deluso i sud sudanesi è l’atteggiamento dell’Onu, dell’Unione Africana e di diversi Paesi occidentali sulla questione di Heglig. A mio avviso, questi organismi hanno fatto delle dichiarazioni premature, senza conoscere la realtà sul terreno. In particolare si deve capire dove si trovi esattamente Heglig: si trova in Sud Sudan o in Sudan? Rappresentanti di queste istituzioni internazionali devono andare lì per chiarire questo punto, per demarcare con precisione il confine tra i due Stati” sottolinea l’Arcivescovo.

Circa la situazione delle persone in fuga dai combattimenti, l’Arcivescovo afferma: “La situazione umanitaria sta peggiorando anche perché è iniziata la stagione delle piogge, che rende molto problematico effettuare operazioni di soccorso alle popolazioni in fuga dalle aree dei combattimenti”. “Nella stessa città di Juba vi sono forti problemi per l’erogazione dell’elettricità e di altri servizi essenziali. Ma la popolazione è mobilitata come può, per cercare di aiutare i propri fratelli e sorelle in difficoltà” conclude l’Arcivescovo di Juba. (L.M.)

Da Agenzia Fides del 24 aprile 2012