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CHIESA

La Chiesa «modello Darwin»

«Una Chiesa che si evolve» è il leit motiv ripetuto in diversi interventi dopo il Concistoro, a cominciare dal cardinale Danneels che segue con interesse l'evoluzione delle «concezioni intorno alle relazioni tra partners». Ma fortunatamente c'è anche chi, come il vescovo francese Aillet, ricorda che «la comunione non è un diritto».

Ecclesia 20_02_2015
Il cardinale Danneels

Il dibattito sulla riforma della curia si è riacceso in occasione del recente concistoro. Il cardinale Danneels dal Belgio dice a Kerknet.be che è rammaricato per il fatto che una minoranza non sia favorevole alla riforma, «preoccupato, ma non inquieto».

Secondo quanto ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, la riforma non sarà comunque pronta prima del 2016. L'unico punto fermo attualmente sembra essere quello che porterà a due futuri dicasteri, uno si occuperà di laici, famiglia e vita, mentre l'altro carità, giustizia e pace. Tutto il resto è in discussione.

Le vere resistenze sembrano esserci soprattutto intorno agli affari economici. Di fronte alla proposta del cardinale Pell  di sottomettere il controllo della gestione di tutti i beni mobili e immobili al segretariato per l'economia, si sono alzati venti contrari piuttosto forti. I resistenti - documenta Sandro Magister nel suo blog -  sarebbero nelle stanze della Segreteria di Stato, in quelle del governatorato del Vaticano e anche dalle parti di Propaganda Fide, ma soprattutto il problema verrebbe dal Pontificio consiglio per i testi legislativi diretto dal Card. Coccopalmerio. Sul portale  web Vatican Insider ci tengono a far sapere che il Pontificio consiglio per i testi legislativi ha agito su mandato del papa, come a dire che il card. Pell dovrebbe moderare un po' le sue uscite e le sue pretese.

Ma il recente concistoro è stata occasione per un dibattito che si è allargato verso altri temi di rinnovamento della Chiesa. Il pensiero di molti è volato subito al Sinodo sulla famiglia. Lo stesso Danneels, parlando della riforma della Curia e delle resistenze che incontra, ha fatto notare che «la Chiesa affronta le tappe in modo graduale. Sarà lo stesso per il Sinodo della famiglia, che si terrà in ottobre. Questo sinodo – ha detto l'ex primate del Belgio  – è un momento estremamente importante, ma io non mi aspetto che ponga fine al dibattito. Le concezioni intorno alle relazioni tra partners sono in continua evoluzione nel mondo. Anche la posizione della Chiesa evolve».

L'omelia del Papa di domenica scorsa, pronunciata davanti ai neo cardinali, per qualcuno è stata un'altra occasione di riflettere sui temi del Sinodo. Su Avvenire la bella immagine usata dal Papa sulla Chiesa che non «pone barriere», diventa spunto per indicare una possibile via di uscita nel dibattito sinodale, in particolare sulla questione dei divorziati risposati. Le parole di Francesco sulla necessità «di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie dell’esistenza», sono viste sul quotidiano della CEI come «destinate a segnare il percorso verso il Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre». Anche, par di capire – scrive la giornalista Stefania Falasca - riguardo alla particolare e delicata questione dei divorziati risposati, in quei passaggi in cui Francesco si sofferma a parlare degli atteggiamenti di fronte ai «lontani, ai sofferenti e agli emarginati per qualsiasi motivo». 

A proposito di questo tema un vescovo francese, monsignor Marc Aillet, in questi giorni ha realizzato un'iniziativa interessante che va però in senso contrario rispetto alla soluzione che sembra prospettare il commento di Avvenire e la convinzione del card. Danneels. Il 7 febbraio il vescovo di Bayonne ha incontrato coppie di divorziati coinvolti in una nuova unione, con l'obiettivo di accompagnarli nella vita ecclesiale. Uno dei partecipanti ha preso di petto il vescovo e gli ha chiesto conto sul tema dell'accesso all'eucaristia. 

«L'Eucaristia non è un diritto – ha risposto mons. Aillet - né un medicamento magico. L'Eucaristia è un dono gratuito di cui nessuno è degno. (…) L'unico modo per avvicinarsi degnamente all'eucaristia è di lasciarsi interiormente trasformare dalla Parola di Dio, per discernere le zone d'ombra in noi e fare ricorso alla misericordia divina». 

Dopo queste parole una coppia presente all'incontro ha testimoniato che la loro sete per l'Eucarestia è stata più forte di tutto, hanno deciso di rinnovare il loro amore vivendo nella castità. Cioè la via che la dottrina della Chiesa indica ai divorziati risposati per poter accedere al Corpo e Sangue di Cristo. Salvo “evoluzioni”; che però sembrano abbastanza improbabili leggendo quanto indicato dal card. Muller a proposito della riforma della curia: «Nella “dittatura del relativismo” e nella “globalizzazione dell’indifferenza”, (...), i confini tra verità e menzogna, tra bene e male, si confondono. La sfida per la gerarchia e per tutti i membri della Chiesa consiste nel resistere a queste infezioni mondane e nella cura delle malattie spirituali del nostro tempo».