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Religioni

La Chiesa anglicana strizza l'occhio alle "nozze" gay

I vescovi anglicani sostengono che "sia pastoralmente insostenibile per la Chiesa non dare disposizioni formali a quanti sono impegnati in relazioni omosessuali".

Gender Watch 16_09_2018

Nel giugno 2017, la Chiesa episcopale di Scozia (SEC) ha aperto ai “matrimoni” omosex in netto contrasto con le altre chiese anglicane. Due giorni fa il vescovo Mark Strange, primate della SEC, è intervenuto presso l’Organo di governo della Chiesa in Galles, parte della Comunità anglicana, spiegando le ragioni di tale decisione.

«I vescovi sono uniti nel ritenere che sia pastoralmente insostenibile e ingiusto che la Chiesa continui a non dare disposizioni formali a coloro che sono impegnati in relazioni omosessuali», ha detto il primate della Chiesa in Galles, l’arcivescovo John Davies, in occasione di questo incontro, «sebbene il risultato di oggi non cambi l’attuale dottrina o pratica della Chiesa in Galles sul matrimonio, sono lieto che esso fornisca un importante indirizzo ai vescovi nell’esercizio del nostro ministero di cura pastorale e di guida spirituale». Non una apertura completa alle "nozze" gay, ma di certo un suo avvicinamento.

Questo processo omeretico si sta sviluppando, sebbene a velocità differente, anche nella Chiesa cattolica. Il placet delle religioni all’omosessualità è l’ultima tappa di normalizzazione di questo orientamento. L’ultimo step quindi sarà affermare che non solo dal punto di vista giuridico, culturale, sociale e morale l’omosessualità è orientamento buono, ma anche dal punto di vista spirituale e della fede cristiana.

https://riforma.it/it/articolo/2018/09/14/apertura-della-chiesa-galles-ai-matrimoni-gay