La Cattedrale del martire con le ceneri del Battista
La leggenda vuole che, a metà del III secolo papa Sisto II e il diacono Lorenzo si fossero fermati a Genova mentre erano in viaggio verso la Spagna. Dopo il loro martirio, ordinato dall’imperatore Valeriano, in questo luogo sarebbe sorta una cappella, divenuta poi una piccola chiesa che venne poi elevata a cattedrale.
Nel 1007 la sede vescovile di Genova venne trasferita dall’antica Basilica dei Dodici Apostoli a San Lorenzo. La leggenda vuole che, a metà del III secolo, proprio qui il pontefice Sisto II e il diacono Lorenzo si fossero fermati mentre erano in viaggio verso la Spagna. Dopo il loro martirio, ordinato dall’imperatore Valeriano, in questo luogo sarebbe sorta una cappella, divenuta poi una piccola chiesa che, elevata al rango di cattedrale, venne trasformata in forme più consone al ruolo acquisito.
Il primo progetto dei Magistri Antelami, di tradizione romanica, venne di nuovo rivisto negli Anni ’30 del XIII secolo, quando la chiesa fu ristrutturata secondo lo stilema gotico. Maestranze francesi addossarono a quella vecchia una nuova facciata, solenne, imponente, caratterizzata dalla bicromia del paramento murario e dalla presenza di due torri, di cui quella di destra, innalzata solo in parte, fu completata da una loggia nel XV secolo. Anche l’altra torre, simmetrica, uno dei campanili più alti di Liguria, venne conclusa solo più tardi, nel corso del Millecinquecento.
Splendidi portali gotici si aprono nel registro inferiore. Tutti e tre sono costruiti con una sequenza di archi ogivali che poggiano su colonne policrome, alternate a modanature decorate da tarsie geometriche, che rendono profonda la strombatura. La lunetta del portale centrale è impreziosita da rilievi che rappresentano Cristo Giudice all’interno della mandorla, circondato dai simboli degli Evangelisti, e il martirio di San Lorenzo, raffigurato sulla graticola. Sugli stipiti, in verticale, si succedono da una parte episodi dell’Infanzia di Gesù, mentre l’altro piedritto è occupato dall’Albero di Jesse.
La sobrietà del corpo basilicale interno, suddiviso in tre navate da colonne marmoree gotiche, a strisce bianche e nere, sormontate da finti matronei romanici in pietra grigia, si contrappone alla sfarzosa decorazione dell’area presbiteriale, che venne completamente ridisegnata dal celebre architetto perugino Galeazzo Alessi nel XVI secolo. Della decorazione antica restano oggi due affreschi in controfacciata, dell’inizio del 1300, con il Giudizio Universale e la Glorificazione della Vergine. Di epoca moderna, barocca, sono invece gli stucchi, i marmi e le dorature del presbiterio, sulla cui volta, affrescata nel 1622, Lazzaro Tavarone raccontò il Martirio di San Lorenzo.
Sulla navata sinistra si affaccia la cappella che custodisce le ceneri del patrono di Genova, San Giovanni Battista. Commissionata nel 1448 dall’omonima Confraternita fu costruita dagli architetti ticinesi Domenico Gagini, allievo di Filippo Brunelleschi, e il figlio Elia. Una serliana marmorea, decorata con formelle che riassumono episodi della vita del Battista e con lunette con gli Evangelisti e i Padri della Chiesa, costituisce l’accesso a un unico ambiente absidato e cupolato. Molto ricco è il programma decorativo costituito da affreschi e da statue quattrocenteschi.
Al centro dello spazio un baldacchino protegge il sottostante altare, ai lati del quale le statue della Madonna con Bambino e di San Giovanni sono opera di Andrea Sansovino di inizio Cinquecento. Sopra l’altare la preziosa arca di manifattura francese custodisce le sacre reliquie. Per tutto l’Anno Santo la porta della Misericordia sarà quella dell’antico Battistero, sul fianco sinistro della cattedrale, recentemente restaurato.