Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
UNA MODA TROPPO CARA

La "bio" mania che ci rende la vita impossibile

La moda del "bio" e le sue controindicazioni. Per aprire una noce serve il martello. Però i produttori risparmiano sugli anticrittogamici, senza detrarre il costo dal prezzo. Ci hanno tolto il Dio di Gesù, che permetteva tutto, e ci hanno riempiti di obblighi. A spese nostre. Chiederò al Padreterno di istituire, nel suo misericordioso Inferno, una apposita sezione «ecologica».

Cronaca 08_11_2016

Se uno ti convince che comprare una cosa brutta, nana e grinzosa è meglio che comprarne una bella, grossa e paffuta, quello è un genio del commercio. Se poi te la fa anche pagare di più, è un mago. Eggià, quando il benessere diffuso fa sì che tutti abbiano tutto, che fai? Metti in moto l’ingegno e affabuli & affascini, in modo da far tornare in auge il pantalone lacero, le pezze al sedere, la giacchetta striminzita. A quando le scarpe sfondate? La barba mal rasata è già stata sfruttata, i capelli tagliati solo da un lato pure, i tatuaggi da angiporto hanno fatto il loro tempo (certuni e certune sono così decorati che le carte da parati fanno loro un baffo), gli anelli al naso stile baluba anche.

Ma la merce migliore è quella subito deperibile, così che sei costretto a comprarne continuamente. Armi. E cibo. Ora, una mente geniale ci ha convinti che la chimica fa male alla salute, un’altra che bisogna che la morte ci trovi sani come pesci. Da qui il cosiddetto bio. So bene che l’amico Robi Ronza forse non sarà molto d’accordo, visto che il genio italico è leader nel settore, ma stia tranquillo: non mi lancerò in analisi dettagliatamente contrarie, non se sarei capace. Dico solo che l’altro giorno mia moglie è tornata dal supermercato con un sacchetto di noci «biologiche».

Le ha pagate care, perciò non le butto ma spero di consumarle alla svelta. Dico «spero» perché assieme allo schiaccianoci devo usare il martello, con annessa probabile lite col vicino del piano di sotto. Sono così stitiche che schizzano via, integre, a ogni botta. Col legno ricavato ci si potrebbe fare un armadio, visto che dentro al gheriglio non c’è quasi nulla. E quel quasi nulla non sa di niente. Ho intimato alla consorte di acquistare, d’ora in poi, solo noci californiane, quelle grosse come un uovo di gallina, che sono la gioia degli occhi e ti ci puoi anche sfamare. Pensate, i produttori di bio risparmiano anche la spesa degli anticrittogamici. Ma non te ne detraggono il costo, anzi. Mi sento truffato come con la raccolta differenziata dei rifiuti: se devo differenziarli io, perché devo pagarne la tassa? Mi sento truffato come per il canone a Rai3 e lo stipendio ai politici della fazione a me avversa.

Sogno una Rai-on-demand: paghi solo le trasmissioni che chiedi. Sogno politici mantenuti esclusivamente dai rispettivi elettori. Sogno un presidente abolito: per quel che serve… Ma non divaghiamo. Sono stato allevato in campagna, a terra, e a quei tempi la frutta era così bio che, quando la natura sfoggiava un fico o una mela particolarmente belli, tondi e succosi, li si portava in regalo speciale ai bambini. O al medico condotto. Sì, perché erano una rarità. Oggi la chimica ha fatto sì che queste rarità siano la regola e a disposizione di tutti, anche dei pensionati e dei poveri. Viva la chimica, che ci ha allungato la vita.

E abbasso quel che la allunga e allarga solo agli imbonitori di genio. Ieri ho accompagnato il feretro di un radical-chic che non aveva mai fumato in vita sua. Cancro al polmone, 45 anni. E a me il plotone d’esecuzione rifiuterà l’ultima sigaretta «perché fa male». Oh, rabbia. Maledetti americani, sempre loro. Lo sapete che nelle loro celle della morte è vietato fumare? E che in tali celle c’è gente che ci sta decenni? Domani esco e mi compro una cassetta piena di cachi al ddt. E pretenderò una cassetta di plastica. Ci hanno tolto il Dio di Gesù, che permetteva tutto, e ci hanno riempiti di obblighi, divieti e paure. A spese nostre. Chiederò al Padreterno di istituire, nel suo misericordioso Inferno, una apposita sezione «ecologica».