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SONDAGGIO

La base di Forza Italia boccia le nozze gay. Capito Berlusconi?

Il 35% degli italiani si dichiara favorevole ai matrimoni gay, mentre quelli contrari ma disposti alle unioni civili sono il 39% e solo il 23% è contro sia all'uno sia alle altre. Ma la sorpresa è che il 48% degli elettori di Forza Italia non vogliono le nozze gay. Berlusconi e Luxuria sono avvertiti. Ma anche Alfano...

Politica 21_10_2014
Berlusconi con Luxuria

Ha un bel dire il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che i nomi sono importanti e quello di famiglia va dato solo a quella composta da un uomo e una donna sposati. «Le parole indicano le cose. Non è giusto suscitare, direttamente o indirettamente, confusione su una cosa decisiva come la famiglia. Ritengo che la parola "famiglia", insieme alla parola "matrimonio"», ha chiarito il cardinale nella sua recente polemica con il sindaco Pisapia, «vada riservata all'unione stabile, aperta alla vita tra l'uomo e la donna (clicca qui). Beh, spiace per lui e per noi, perché a pensarla così (pare) siamo rimasti davvero in pochi. Più o meno il 28 per cento, cioè un italiano su quattro, mentre per la schiacciante maggioranza, un sonoro 53 per cento, famiglia è «qualunque coppia legata da affetto che voglia vivere insieme». Cioè, uomo con donna, uomo con uomo e donna con donna, purché ci sia “affetto” e “voglia”. 

Lo dice un sondaggio commissionato dal Corriere della Sera all’Ipsos di Nando Pagnoncelli e realizzato con 997 interviste su 9127 contatti. Cosa seria e affidabile, insomma, come ogni cosa che esce da via Solferino, anche se il dottor Pagnoncelli , a commento del sondaggio, esce dal seminato e si permette indebite conclusioni teo-politiche. Come l’immancabile riferimento al Sinodo che ha «mostrato un volto della Chiesa a cui non eravamo abituati (…) sembrano lontani i tempi “del no”, dei “valori non negoziabili”. Queste aperture appaiono in forte sintonia con le opinioni prevalenti nel nostro Paese (…) e dai risultati del sondaggio». Amen, ecco servita la predica, prima ancora delle cifre. Al Corriere qualcuno, però, dovrebbe avvertire il gentile Nando: di solito, il sondaggista si limita a spiegare i risultati senza farli precedere da pistolotti etici o politici perché c’è il rischio di far arrabbiare qualcuno. E allora, addio alla scientificità e all’imparzialità dell’indagine. Vabbè, sarà per un’altra volta.

Chiuso il capitolo del tengo famiglia, ecco quello decisamente più politico e intrigante, perché riserva sorprese davvero imbarazzanti. È la parte del sondaggio che riguarda i matrimoni gay: il 35% si dichiara favorevole e il 39%, pur essendo contrario è disposto a riconoscere le unioni civili. Viceversa, il 23% è contrario sia all’uno sia alle altre. L’apertura ai diritti delle coppie gay prevale indistintamente tra tutti i segmenti sociali, sia pure con accentuazioni diverse. Infatti, i giovani fino a 30 anni, gli studenti, gli impiegati e gli operai, i residenti nelle regioni del centro nord e gli elettori del Movimento 5 Stelle si esprimono nettamente a favore del matrimonio unisex. ?Sul fronte opposto, fanno sapere i curatori della ricerca, si osserva maggiore contrarietà tra le persone meno giovani, meno istruite, tra i pensionati, i residenti nelle regioni meridionali tutti con valori compresi tra 33 e 37 per cento. 

I tecnici di Pagnoncelli hanno poi scomposto le risposte in base all’appartenenza politica degli intervistati, ed è proprio qui che casca l’asino, meglio: casca quell’asino che non avrebbe dovuto cascare. Cioè: i più convinti oppositori al matrimonio omosessuale sono gli elettori di Forza Italia con un 48 per cento di contrari a prescindere, il 41% dice no alle nozze gay ma apre alle unioni civili, mentre solo un pugno di forzaitalioti, il 16 per cento, è decisamente favorevole al mariage a senso unico e alla sua immediata registrazione municipale. Valori rovesciati, invece nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano dove gli irriducibili oppositori alle nozze gay sono una minoranza: solo il 23 per cento, a fronte di un 33 per cento di favorevoli (più del doppio rispetto a quelli di Forza Italia) e un 43 di elettori a metà tra il no alle nozze omo e il sì alle unioni civili. Dati ancora più sorprendenti se si comparano con quelli degli elettori del Pd: qui i contrari “senza se” e “senza ma” sono il 24 per cento, un punto in più rispetto al Ncd. Insomma, ci sono più oppositori al matrimonio gay tra i compagni di Renzi che tra gli amici di Alfano. Incredibile, no?

Beh, una bella botta per il ministro dell’Interno che in queste settimane ha combattuto con coraggio e in quasi in solitaria azione l’arroganza dei sindaci di sinistra, decisi a violare le leggi dello Stato a favore di una sparuta, sia pur rumorosa, minoranza sociale.  «Sono solo autografi», aveva detto il povero Angelino, di fronte allo show organizzato in Campidoglio del sindaco Marino, che ha l’abitudine di arrivare sempre buon ultimo anche nei provvedimenti peggiori. Alfano ha ragione, ma molti nel suo partito paiono non pensarla affatto così e sarebbero pronti, il 33 per cento, a consegnarlo al nemico. Dove, peraltro, i contrari ai sindaci ribelli sono la maggioranza (60 per cento). Bel problema, insomma: il centrodestra (nuovo e vecchio) come il castello di Kafka 

Ma se Alfano piange, ha poco da ridere anche il rinato Berlusconi tutto Luxuria e Arcigay che su gay e dintorni ha consegnato le chiavi del partito alla fidanzatina Francesca Pascale. Da mesi la first sciura detta la linea politica, obbligando pure il povero Toti, maggiordomo suo malgrado della maison, a reggere il moccolo arcobaleno della Gay Family arcoriana (definizione di Giuliano Ferrara). Ma adesso, con i risultati del sondaggio, la coppia Pascale-Luxuria dovrebbe essere rinchiusa da qualche parte, magari al Gay Village romano, e sorvegliata notte e giorno da una guardia armata. Perché il sondaggio lo dice chiaro: la base non condivide affatto la svolta “gay friendly” dell’ex Cavaliere, tanto meno le fregole fuori controllo di un’ex valletta nominata senatrice dei diritti Lgbt da un sempre più impresentabile Silvio-Caligola. Che alle prossime elezioni sogna di stravincere come un tempo con una Forza Italia da “cappotto”, «sola al comando, senza alleati». Fantasticare costa niente, ma la realtà è diversa: i sondaggi pervenuti ad Arcore dicono che il cappotto ci sarà, ma a danno dell’ex Cavaliere e di un partito, destinato a capottare, appunto, nelle imminenti elezioni regionali in Emilia e Campania. Scenario, dicono i più pessimisti, destinato a peggiora ancora con le regionali di primavera, per le quali i rilevamenti demoscopici prevedono un secco 9 a 0 finale a vantaggio del centrosinistra. 

Ecco, se così stanno le cose, più che inseguire un’impossibile vittoria, Berlusconi farebbe meglio a limitare i danni. Tenendo in gran conto quel 48 per cento di elettori, cattolici ma non solo, che davanti ai matrimoni gay vede rosso e ricorrerebbe volentieri ai riti della macumba a ogni apparire del trio Pascale-Luxuria- Dudù. Ma la cosa più urgente per l’ex Cavaliere è ritirare quel selfie scattato dopo le cena-rave di Arcore, dove un Silvio che pare strafatto di Barbera sorride ebete tra Francesca e Valdimiro. Si metta subito al lavoro il fido Toti, lo si spedisca nelle redazioni di giornali e Tv a comprare, assegni alla mano, tutte le copie di quell’immondo quadretto. Se continuasse a circolare e a venir pubblicato, quel selfie potrebbe far precipitare i 17 punti di consenso che ancora restano a Forza Italia fin sotto la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale.