Koch: per Benedetto XVI il Logos ha un volto
La Messa nelle Grotte vaticane a due anni dalla morte di Joseph Ratzinger. L'omelia del prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Una Messa in suffragio di Benedetto a due anni dalla morte e a due passi dalla sepoltura. A celebrarla ieri mattina nelle Grotte Vaticane è stato il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani che ne ha ricordato l'eredità nell'omelia (di cui EWTN ha offerto alcuni stralci).
Il Logos è legato all'amore, poiché il Logos è l'amore: questo il centro della vita e dell'opera di Benedetto XVI, ha spiegato il porporato svizzero, rievocando la prima enciclica di Ratzinger. «Pertanto, la parola di Dio ha un volto concreto, ci guarda e ci conferisce dignità, la quale è la più alta dignità degli esseri umani. E, poiché ha un volto, un nome, si chiama Gesù di Nazaret, l’Emmanuele, il Dio con noi. In Lui, Dio stesso ha mostrato il suo vero volto e ci ha conferito il suo amore».
Ed è questo amore divino a renderci immortali poiché ha l'ultima parola sulla morte, aprendoci alla «consolante promessa di Dio» nei cieli: non un aldilà indistinto o un vago auspicio, ma «una realtà profonda, comunitaria. Il cielo non conosce l’isolamento; è la comunità aperta dei santi, quindi, il compimento di ogni convivenza umana, che non è competizione, ma conseguenza della pura apertura al volto di Dio. Da qui è completamente evidente che la confessione cristiana della vita eterna non è altro che la confessione che Dio è reale».