Kennedy Jr alla sanità Usa allarma già Big Pharma e virostar
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La nomina di Robert Kennedy Jr alla sanità pubblica nel nuovo corso di Donald Trump, è stata confermata ieri dallo stesso attivista americano. Rappresenterebbe una svolta clamorosa sulla gestione delle politiche sanitarie asservite a Big Pharma, che infatti sta già tremando. Come le virostar, Burioni in testa.
La notizia che Donald Trump vorrebbe affidare la sanità pubblica americana a Robert F. Kennedy Jr. rappresenta un punto di svolta clamoroso dopo anni di asservimento delle istituzioni statunitensi alle case farmacetiche. Un asservimento che abbiamo visto esplodere in tutte le sue propaggini nel corso della stagione pandemica e che si è irraggiato in tutto il mondo occidentale.
Kennedy, infatti, è stato il più deciso oppositore delle politiche di vaccinazione coatta e massiccia, delle misure di confinamento, del controllo sanitario che negli stati si è sviluppato sotto forma di dittatura sanitaria.
Alle indiscrezioni delle scorse ore, dopo che il rampollo, “rinnegato”, di casa Kennedy, si era ritirato dalla corsa per la Casa Bianca dando il suo esplicito endorsement a Trump, sono seguiti i primi fatti.
È stato lo stesso Kennedy Jr ad annunciare che Trump lo vuole nelle sua squadra. In un'intervista e poi in un tweet su X, ha infatti detto: «Il presidente Trump mi ha chiesto di fare tre cose: 1. Risolvere la corruzione nei nostri enti sanitari governativi. 2. Riportare tali agenzie alla loro ricca tradizione di scienza basata su prove scientifiche e rigorosi standard. 3. Rendere di nuovo sana l'America ponendo fine all'epidemia di malattie croniche».
Si tratta di un proclama effettivamente clamoroso, che punta a raddrizzare tutte le storture che abbiamo visto nel Cdc americano (Center of Disease and Control) e nella Fda statunitense (la Food and Drug Administration), il principale centro di farmacovigilanza. Entrambe, strutture che sotto la guida Dem sono rimaste invischiate in scandali e interessenze con Big Pharma, molte delle quali denunciate proprio da Kennedy nei suoi comizi pubblici, compreso quelli italiani dove è stato invitato.
Infatti, qualcuno al solo sentir nominare il suo nome alla guida della sanità pubblica sta già tremando. Sicuramente l’Oms, organo di sanità politico dell’Onu che rischia seriamente di perdere l’apporto del principale contributore pubblico rappresentato proprio dall’amministrazione a stelle e strisce, assieme alla Germania.
Ma anche e soprattutto le case farmaceutiche. Come ha spiegato ieri su La Verità Maddalena Loy, che ha fatto il punto su come potrebbe cambiare la sanità Usa sotto il suo controllo «con Kennedy alla salute pubblica Usa, tremano i produttori dei farmaci: ieri le azioni di Eli Lilly hanno perso il 4,3%, quelle di Pfizer sono scese del 2,6% e le azioni di Moderna son scivolate del 2,9%. BioNTech, che ha sviluppato il vaccino anticovid con Pfizer, è scesa del 4,6%».
Anche in casa nostra la notizia sta iniziando a creare qualche allarme. Prova ne è il fatto che i televirostar che abbiamo conosciuto in pandemia si sono immediatamente risvegliati dal loro letargo mediatico per sentenziare: «Sarebbe come mettere Dracula alla direzione dell'Avis. La realtà supera ogni fantasia», ha dichiarato alla Adnkronos l’immancabile Roberto Burioni. «È un complottista permeato di idee bislacche sui temi della salute. Pensarlo a capo della sanità della più grande democrazia occidentale mette i brividi: una iattura di portata globale»,
Anche l'epidemiologo Gianni Rezza non l’ha presa bene ma ha rimarcato che «i rischi di un governo estremista della sanità statunitense, in particolare su posizioni no vax, sono limitati. Sia perché sono gli Stati a gestire il settore, vaccini compresi, sia perché ci sono molti interessi di cui non si può non tenere conto». Rezza si augura che «non sia assolutamente certo che Kennedy jr diventi il prossimo responsabile della sanità americana. Di fatto ha alle spalle un percorso politico controverso, una forte sensibilità ambientalista, e delle posizioni articolate in politica estera. Da noi è più noto per alcune posizioni complottiste, in particolare su vaccini e Covid-19. E una certa avversione nei confronti di Big Pharma, che rappresenta comunque una lobby potente ed economicamente importante negli Usa».
Anche i giornali ci vanno con il carico da 90: per l’Huffington Post sarebbe «uno stregone alla Sanità».
Ma c’è anche chi, nel mondo scientifico guarda a questa nomina con speranza. Secondo l’endocrinologo Vanni Frajese, soprattutto per quanto concerne la sanità, le cose cambieranno radicalmente con la nomina di Kennedy Jr.: «Nonostante questo momento non rappresenti una soluzione definitiva a tutte le problematiche, costituisce comunque un grande passo avanti, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di esprimere idee diverse, in particolare in ambiti che mi stanno a cuore, come quello della sanità. Negli ultimi anni, abbiamo vissuto una palese distorsione della verità e dei dati scientifici, oltre a una certa incapacità di comunicare oggettivamente dall’altra parte del “barricata”».
In ogni caso, il fatto solo di poter pensare a un oppositore della campagna vaccinale di massa che l’umanità ha vissuto, è un buon motivo per guardare con attenzione a quello che succederà nei prossimi giorni quando il neoeletto presidente statunitense renderà noti gli uomini della sua squadra. Sicuramente sul fronte della dittatura sanitaria che abbiamo conosciuto e speriamo della verità su vaccini e pandemia, avremo delle sorprese.