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IL CASO

Italia bengodi dei clandestini, attese ondate di migranti

Con la cancellazione dei Decreti Sicurezza voluti da Salvini, il governo ridisegna la politica migratoria tornando indietro quando in Italia sbarcavano dai 120 ai 180mila immigrati irregolari l'anno. Con grande profitto delle organizzazioni criminali internazionali che sui traffici di esseri umani verso l'Italia possono contare su affari miliardari. E delle cooperative e associazioni italiane che in cinque anni hanno incassato ben 20 miliardi di euro per il business dell'accoglienza. Grazie alle misure previste dal governo per favorire il lavoro per i clandestini e con le conseguenze economiche dell'emergenza Covid per italiani e immigrati regolari, facile prevedere un aumento delle tensioni sociali.

Politica 12_10_2020

Decreto immigrazione o “decreto Insicurezza”? In Italia torna il bengodi dei clandestini.
Il governo Conte 2 ci ha messo 13 mesi per smentire sé stesso e cancellare i Decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno e per riuscirci ha dovuto attendere l’esito delle ultime elezioni regionali in cui il moderato successo del centrodestra ha coinciso col tracollo del M5S.

La debacle grillina sembra aver infatti tolto al primo partito italiano per rappresentanza parlamentare ogni capacità di difendere quanto fatto nella fase di governo con la Lega. Difficile dimenticare i manifesti grillini che invocavano “immigrazione zero” e il fatto che M5S votasse convinto i Decreti Sicurezza di Salvini.

Evidente la resa senza condizioni dei grillini al PD, che ormai sembra in grado di imporre al governo ogni sua iniziativa politica nonostante costituisca forza di minoranza nell’esecutivo e che applichi una politica “immigrazionista” coerente con la linea adottata da tempo (parentesi Minniti a parte) e che dal 2013 ha permesso che in Italia approdassero oltre 750 mila immigrati clandestini che avevano pagato i trafficanti.

Il nuovo Decreto Immigrazione non modifica solo le parti più rilevanti dei Decreti Sicurezza ma disegna una politica migratoria simile a quella che fino al 2017 ci ha regalato ondate di clandestini comprese tra i 120 mila e i 181 mila all’anno.
Via le maxi multe alle Ong che entrino senza permesso in acque italiane (peraltro mai applicate dall’attuale governo e oggi ridotte a cifre comprese tra 10 mila e 50 mila euro) che ora potranno tornare a lavorare impunemente come “taxi del mare” e il cui contrasto viene sottratto al ministero dell’Interno per attribuirlo a quello dei Trasporti, da cui dipende la Guardia Costiera.
La priorità del resto sono i soccorsi, ovviamente tesi a sbarcare in Italia e solo in Italia i clandestini raccolti da barconi e gommoni.

Di fatto non potrà più essere espulso nessuno: all’esclusione di questa ipotesi per chi in patria rischi trattamenti inumani o degradanti, tortura e violenze si aggiunge il no al rimpatrio se determina il rischio di una violazione del diritto alla vita privata e familiare.
Inoltre i tempi massimi di trattenimento degli stranieri nei Centri per il rimpatrio (CPR) scendono da 180 a 90 giorni, prorogabili di ulteriori 30 giorni qualora lo straniero sia cittadino di un Paese con cui l’Italia ha sottoscritto accordi in materia di rimpatri.
È una norma che ridurrà ulteriormente i rimpatri che già quest’anno sono fermi a meno di 2mila (complice anche la chiusura dei confini nel periodo del Covid) contro i circa 7mila annuali degli ultimi anni.

Di fatto chi sbarca illegalmente otterrà una vasta gamma di permessi biennali creati ad hoc per coloro che non hanno diritto all’asilo, concessi per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza minori. Tutti questi permessi potranno essere convertiti in permesso di lavoro.

Se teniamo conto che solo il 20 per cento circa dei clandestini giunti in Italia in questi ultimi anni avevano diritto all’asilo (molti meno se prendiamo in esame gli oltre 25 mila sbarcati di quest’anno) appare evidente che il governo italiano intenda regolarizzare tuti i clandestini con un’accoglienza dettata da un furore ideologico che mina la residua credibilità della sinistra italiana.

Persino l’Agenzia europea delle frontiere (Frontex) ha più volte sottolineato che l’80 per cento dei clandestini sbarcati in Europa dovrebbe essere rimpatriato e se oggi Roma punta a regolarizzare tutti non potrà certo attendersi che i clandestini vengano poi ridistribuiti tra i partner Ue (come l’Italia da tempo pretenderebbe), che prendono in esame solo coloro che hanno diritto all’asilo.

L’Italia torna a essere quindi il bengodi per ogni clandestino e la gallina dalle uova d’oro per i trafficanti (grazie a quello che potremmo chiamare “Decreto Insicurezza”) per almeno 4 ragioni:

1 – aumenteranno ulteriormente i flussi illegali con gravi problemi di accoglienza e ordine pubblico poiché tra i clandestini vi sono moltissimi balordi e criminali. Lo dimostrano gli attacchi alla polizia (migliaia di agenti impegnati, decine i feriti nel silenzio dei grandi media), gli incendi dei centri d’accoglienza o le fughe dalla quarantena.

2 – aumenteranno i clandestini con vari status di protezione che bivaccano nelle nostre città incrementando l’insofferenza degli italiani e garantendo nuova manodopera a spaccio di droga e criminalità 

3 – le spese per l’accoglienza, ridotte al minimo storico dal governo precedente (che aveva eliminato quasi del tutto la protezione umanitaria e ridotto le diarie alla lobby dell’accoglienza) torneranno a gonfiarsi proprio nel momento di maggiore difficoltà economica per gli italiani in cui ogni risorsa dovrebbe essere assicurata al welfare per i connazionali, non ad accogliere chiunque paghi criminali per venire in Italia

4 – l’attribuzione di permessi di lavoro ai clandestini che hanno fatto richiesta di protezione aumenterà la concorrenza al ribasso sul mercato del lavoro, specie quello meno qualificato, penalizzando italiani e immigrati regolari i quali, a differenza dei clandestini appena sbarcati, non possono accontentarsi di retribuzioni da fame perché hanno garantiti vitto e alloggio nei centri d’accoglienza.

L’accoglienza per tutti verrà garantita nei centri e nel sistema diffuso sparso sul territorio nazionale e nei piccoli centri mentre ogni richiedente protezione avrà diritto all’iscrizione all’anagrafe e avrà accesso ai lavori di utilità sociale.

Di fatto quindi, all’ombra delle parole d’ordine ”accoglienza e integrazione”, viene rilanciato il business che ha arricchito con oltre 20 miliardi di euro tra il 2013 e il 2017 cooperative ed enti per lo più legati alla Sinistra e al mondo cattolico ripristinando un giro d’affari che incoraggerà nuovi enormi flussi illegali verso l’Italia, ormai l’unico paese europeo del Mediterraneo a spalancare porte e porti.

La Spagna infatti attua respingimenti ed espulsioni basandosi sul principio che chi ha diritto all’asilo può presentare domanda negli uffici degli organismi internazionali o presso le sedi diplomatiche di Madrid nei propri Stati di residenza.

La Grecia ha dichiarato guerra alle Ong dopo “l’Operazione Alcmene” effettuata dai servizi segreti e dalla polizia che ha portato alla luce nell’agosto scorso una vasta gamma di attività illecite volte a favorire i flussi illegali verso l’isola di Lesbo attuate da 35 membri tedeschi, francesi, svizzeri, norvegesi e bulgari di 4 Ong (due tedesche) accusate di aver usato "metodi e procedure illegali".
Gli indagati avrebbero fornito informazioni sulle coordinate geografiche per favorire gli sbarchi sull'isola greca dalla Turchia. Il ministro dell'Immigrazione, Notis Mitarakis, ha dichiarato che "non saranno tollerate" le attività illegali da parte delle Ong aggiungendo che "la Grecia non può essere la porta per l'Europa”.
Inoltre Atene ha ridotto al minimo le concessioni d’asilo ottenendo con le sue politiche di difesa dei confini ottimi risultati. Tra giugno e agosto sono arrivati dalle coste turche solo 2.076 clandestini contro i 18.519 dello stesso periodo del 2019 (meno 89%) mentre nello stesso periodo 2.736 richiedenti asilo sono stati espulsi o ricollocati.

A conferma di come i flussi illegali siano legati strettamente alle politiche dei singoli governi giova sottolineare che la Grecia è stata il punto di ingresso per oltre il 60% degli arrivi di rifugiati nell’Europa mediterranea nel 2019 (quando in Italia le politiche di Salvini ridussero al minimo storco gli sbarchi) contro appena il 23% di arrivi nel 2020, anno in cui il governo Conte 2 ha varato nuove iniziative immigrazioniste.

Per questo con Spagna e Grecia che chiudono i confini e rendono la vita dura a clandestini e Ong, il governo italiano dominato dall’egemonia piddina sta trasformando la Penisola nell’unico approdo sicuro per i flussi clandestini nel Mediterraneo.
Non a caso una trentina di barchini sono arrivati a Lampedusa e in Sardegna da Tunisia e Algeria nel week end sbarcando quasi 500 clandestini.

Facile poi comprendere come con la recessione post Covid che si stima faccia perdere uno o due milioni di posti di lavoro agli italiani sia semplicemente criminale spendere denaro per accogliere, assistere e dare lavoro a immigrati clandestini.
Ed è solo l’inizio: PD e LeU premono per approfittare di questa finestra d’opportunità per imporre presto anche Ius Soli e Ius Culturae regalando la cittadinanza italiana a qualche milione di stranieri, per lo più (aspetto non irrilevante) islamici. Già oggi il Decreto Immigrazione sancisce che il termine massimo dei procedimenti per il riconoscimento della cittadinanza scenda da 48 a 36 mesi.