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Induismo

In India cresce l’intolleranza nei confronti dei cristiani

Nel Chhattisgarh un centinaio di cristiani sono stati espulsi dai loro villaggi e i loro raccolti sono stati saccheggiati

In India violenze e discriminazioni contro i cristiani sono aumentate nel 2024 in almeno 23 dei suoi 28 stati. A sostenerlo è l’ong United Christian Forum che ha registrato 673 casi nei primi dieci mesi dell’anno. L’Uttar Pradesh, con 182, e il Chhattisgarh, con 139, sono gli stati in cui le comunità cristiane hanno subito più vessazioni. Nel Chhattisgarh l’episodio più recente risale al 17 novembre. Quel giorno i consigli locali (panchayat) di otto villaggi del distretto di Sukma hanno posto i cristiani davanti all’alternativa di rinunciare alla loro fede o andarsene. In caso di rifiuto – hanno fatto sapere – le loro proprietà, i loro campi sarebbero stati saccheggiati e danneggiati. È una decisione presa in violazione della costituzione indiana che garantisce la libertà di religione. Ma secondo i capi degli otto villaggi le decisioni dei panchayat prevalgono sulla costituzione. Il 18 novembre i cristiani si sono quindi recati presso la stazione locale di polizia per ottenere protezione, ma gli agenti hanno rifiutato di registrare la denuncia nonostante che i cristiani avessero portato delle prove audio. Però si sono fatti portare nei villaggi per una verifica e lì hanno trovato centinaia di persone già intente a saccheggiare i raccolti dei cristiani. Tuttavia non hanno preso nessuna iniziativa. Allora il 19 novembre è intervenuto il Chhattisgarh Christian Forum che si è rivolto direttamente alle autorità del distretto. Queste hanno ordinato che la denuncia venisse registrata. Tuttavia non ci sono stati interventi da parte della polizia in favore dei cristiani, un centinaio, che hanno subito danni. Nei giorni successivi 40 persone, appartenenti a otto famiglie i cui raccolti sono stati saccheggiati, hanno abbandonato i rispettivi villaggi e attualmente hanno trovato rifugio in un edificio di proprietà di una chiesa nel villaggio di Michwar. Raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, padre ThomasVadakumkara, della diocesi di Jagadalpur, ha spiegato che quanto è successo nel distretto di Sukma non è un caso isolato: “questi episodi non si verificano solo a Sukma, ma stanno colpendo cristiani in molti distretti – ha detto – vengono sistematicamente negati i diritti fondamentali: seppellire i defunti, rimanere nella propria terra e coltivare i propri campi. Questa discriminazione mina la dignità umana e viola i principi stabiliti nella Costituzione indiana”.