Immigrati, cosa nasconde l'attacco al Pm Zuccaro
Non fa bene il Procuratore di Catania a fare dichiarazioni su ipotesi non provate, ma che ci siano attività "strane" delle Ong che soccorrono gli immigrati nel Mediterraneo è certo. E la sorprendente levata di scudi generale contro il Pm rivela i tanti interessi, economici ed ideologici, che stanno dietro a questo traffico di esseri umani. Con relativo aumento delle morti in mare.
Abbiamo sempre criticato la giustizia-spettacolo, la giustizia fatta sui giornali piuttosto che nelle aule di tribunale. Perciò rimaniamo a disagio anche quando il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, a proposito di sbarchi di immigrati nel Mediterraneo, rilascia dichiarazioni parlando di Organizzazioni non governative (Ong) finanziate dai trafficanti di uomini e poi è costretto a dire che sono soltanto «ipotesi investigative ma al momento non ci sono prove».
Detto questo però non può non lasciare perplessi la levata di scudi che è seguita alle dichiarazioni di Zuccaro. Il richiamo dei ministri Orlando e Minniti, le accuse durissime del presidente della Camera Laura Boldrini, la convocazione del Csm e, ovviamente, la dura reprimenda della Conferenza episcopale soprattutto per bocca del segretario monsignor Nunzio Galantino. Un coro di condanne che lascia quantomeno stupiti visto con quale noncuranza da anni si accetta che finiscano sui giornali atti processuali che distruggono carriere e vite private di persone, che poi magari in tribunale risulteranno innocenti oppure semplicemente non c’entrano direttamente con l’inchiesta.
Ed è ancora più sorprendente perché, aldilà della possibilità di un finanziamento diretto di organizzazioni criminali internazionali ad alcune Ong, il business che si è creato attorno al traffico di migranti nel Mediterraneo è sotto gli occhi di tutti. Così come i comportamenti criminosi da parte di alcune Ong. Il Rapporto Frontex, scommettendo sulla buonafede di tutti, parla di «conseguenze non volute» quando si riferisce all’aumento di arrivi dalle coste nordafricane, ma è ormai evidente che parlare di conseguenze non volute è un equilibrismo dialettico che nasconde la verità. Le Ong che operano nel Mediterraneo - e che ormai trasportano in Italia tra il 30 e il 40% di tutti gli immigranti illegali – avendo spostato la loro presenza molto vicino alle coste libiche, non fanno che incentivare le partenze: su imbarcazioni sempre più scadenti (sapendo che il tratto di mare da compiere è poco) e con conseguente aumento di morti, come dimostrano impietosamente i numeri forniti dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim).
Peraltro, lo “scandalo” sollevato per l’uscita del procuratore Zuccaro intende coprire le dichiarazioni che lo stesso Zuccaro ha fatto in marzo – non smentito – davanti al Comitato Schengen, il comitato parlamentare che si occupa di verificare l’applicazione del trattato di libera circolazione tra i Paesi della Ue che lo hanno sottoscritto. Il procuratore di Catania ha denunciato che le operazioni di soccorso delle Ong sono di intralcio alle indagini sulle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico nel Mediterraneo e che hanno anche a che fare con il reclutamento di terroristi. Non solo: «A partire dal settembre-ottobre 2016 abbiamo registrato un improvviso proliferare di unità navali delle Ong che fanno il lavoro che prima gli organizzatori svolgevano: accompagnare fino al nostro territorio i barconi dei migranti. Abbiamo registrato la presenza, nei momenti di maggior picco, di tredici assetti navali».
Come mai questo improvviso pullulare di navi di soccorso nel Mediterraneo, e sempre più vicine alle coste libiche? E chi sostiene i costi di tutte queste operazioni? Questo è l’oggetto delle indagini che si stanno svolgendo non solo a Catania ma anche a Palermo e Cagliari.
Zuccaro ha anche reso noto che il Paese europeo che ha il maggior numero di Ong impegnate nei soccorsi in mare di migranti è la Germania, cui fanno capo cinque di queste Ong con sei navi, tra cui le due di Sos Mediterranee. Costi mensili o giornalieri "elevati", ha detto Zuccaro. 'Aquarius' di Sos Mediterranee, ad esempio, ha un costo di 11.000 euro al giorno, mentre la Moas di Christopher e Regina Catrambone, Ong con sede a Malta, «ha costi per 400.000 euro mensili» e ha due navi Phoenix, battente bandiera del Belize, e Topaz con bandiera delle Isole Marshall. «Crea sospetti - ha detto il magistrato - anche questo dato dei Paesi che danno bandiera alle navi. E ci si deve porre il problema di dove venga il denaro per sostenere costi così elevati, quali siano le fonti di finanziamento, anche se non sarà facile».
Così forse si capisce meglio da dove nasce l’ipotesi tanto contestata. E si capisce allora quanto sospetta sia questa levata di scudi generale, Cei compresa. C’è un interesse preciso a far arrivare migranti in Italia, vuoi per motivi ideologici vuoi per interessi economici o tutte e due le cose insieme. Se l’obiettivo fosse davvero evitare le morti in mare, si farebbe di tutto per evitare le partenze, non incentivarle. A maggior ragione sapendo – e ormai è un dato assolutamente noto – che il 95% di quanti si mettono in mare alla volta dell’Italia non hanno alcun diritto di rimanervi.
Non c’è dubbio: chi copre e incentiva questi traffici e affari – buona fede o meno - si rende quantomeno complice delle organizzazioni criminali che organizzano e gestiscono questa tratta di esseri umani.