Il vero datore dei doni
Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa (Mt 6, 17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». (Mt 6, 1-6. 16-18)
L’attribuirsi i doni di Dio come meriti propri è una nostra grande tentazione, che rende difficoltoso al prossimo il rapporto con il vero datore dei doni, lo Spirito Santo. Siamo chiamati alla saggezza: non c’è bisogno di esaltare i nostri buoni comportamenti in quanto, se sono sinceri, sono capaci di trasmetterci la beatitudine a noi necessaria, senza bisogno di ricavarla dalle lodi degli altri. Inoltre non dobbiamo incorrere nell’errore di pensare di poter fare a meno di Dio, perché questo non ce Lo farebbe nemmeno più cercare.