Il senso del pudore, memoria perduta
Oggi la Chiesa è l’unico ente educativo nazionale (non più la scuola né i giornali o le televisioni, non più i partiti nè la politica) che educa i giovani al pudore e alla purezza, difende la famiglia tra uomo e donna e il matrimonio per sempre.
8 marzo 2013, Festa della Donna. Al caffè del mattino, incontro la nostra cuoca, la gentile e cara signora Antonietta. Tutta festosa mi dice:
- Padre, mi dia un bacio perché oggi è la Festa della Donna!
- Volentieri! Ma lei sa dirmi chi è che apprezza di più le donne?
- Gli uomini!
- D’accordo, ma fra gli uomini sono i preti che vi apprezzano di più!
- E perché?
- Perché noi preti non conosciamo la donna, quindi sentiamo sempre, fin nella terza e quarta età, una forte ammirazione e attrazione per voi. Però, per noi, voi rimanete un mistero ed è bene che sia così, perchè Dio ha creato l’uomo e la donna complementari e ha messo in ambedue la forza di un’attrazione reciproca. Ma ha anche creato il senso del pudore, per custodire l’origine della vita nella sacralità e quindi nel mistero, che si svela appunto solo nel matrimonio. Il prete, quando capisce bene e accetta, con l’aiuto di Dio, il senso della castità, della purezza per il Regno di Dio, vive la rinunzia con sacrificio ma anche con gioia e conserva la giovinezza dello spirito con una grande ammirazione per la donna e riconoscenza a Dio che l‘ha creata. Tutti siamo nati da una mamma e tutti abbiamo bisogno delle donne che ci aiutano e ci vogliono bene.
Ma questo vale in parte per tutti, specialmente per gli adolescenti e i giovani. In passato si coltivava nelle famiglie e nella società il senso del pudore, il matrimonio era una delle mete a cui la maggioranza dei giovani si preparavano con impegno e spirito di sacrificio. Ricordo che quand’ero adolescente, nel mio paese di Tronzano vercellese, quando c’era un matrimonio era una festa per tutti. Gli sposi uscivano dalla chiesa e andavano in corteo al ristorante o a casa per il pranzo di nozze, festeggiati da tutti; in quel giorno, anche i giovani più umili erano e si sentivano grandi. Il matrimonio era un impegno vero, per tutta la vita, nasceva una nuova famiglia. Poi, si capisce, c’erano difficoltà, ma essendo un impegno preso sul serio davanti a tutta la comunità si giungeva alla rottura solo nei casi veramente estremi. Però, in genere, le famiglie erano unite.
Oggi ci lamentiamo tutti delle famiglie divise, figli che crescono con un solo genitore o con la mamma e un “compagno” o con il papà e una “compagna” ; e fanno pena i ragazzotti che a 15-16 anni sanno tutto, hanno visto tutto, provato tutto. Abbiamo desacralizzato e banalizzato il sesso riducendolo a strumento di piacere, abbiamo approvato in due referendum le leggi sul divorzio e sull’aborto (la Chiesa era contro, ma quanti cattolici hanno approvato quelle leggi!) e oggi ci ritroviamo con giovani che non prendono nessun impegno per la vita, stanno assieme fin che va bene e poi si lasciano; e con 120.000 italiani in meno ogni anno (uccisi, poveri bambini, con l’aborto), che sono alla radice della crisi economica e sociale del nostro paese. Ci stiamo preparando ad un futuro più disumano di quello attuale, perché se crolla la Famiglia crolla la Società, crolla lo Stato, crolla la Patria!
Oggi la Chiesa è l’unico ente educativo nazionale (non più la scuola né i giornali o le televisioni, non più i partiti nè la politica) che educa i giovani al pudore e alla purezza, difende la famiglia tra uomo e donna e il matrimonio per sempre, condanna tutto quello che banalizza il sesso, condanna il divorzio e l’aborto che è un omicidio. E proclama ai quattro venti che tutto quello che va contro la Legge e la Volontà di Dio va contro l’uomo. Chi oggi ha il coraggio di gridare questa evidente verità?