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Il santuario dove lacrimò il dipinto di Maria

Il 24 aprile del 1583 la Vergine di un affresco di inizio Cinquecento raffigurante la Pietà, allora posto in una piccola cappella dedicata alla Madonna della Neve, fu vista piangere da alcuni popolani. A perenne memoria dell’evento prodigioso l’arcivescovo Carlo Borromeo pose la prima pietra del santuario dell’Addolorata.

Cultura 30_05_2015
Il dipinto della Pietà dove sgorgarono le lacrime di Maria

Nel 1583 San Carlo Borromeo si recò a Rho, vicino a Milano. La sua non fu una semplice visita pastorale: quel viaggio fu l’occasione per annunciare al popolo rhodense l’autenticità del miracolo della lacrimazione della Madonna Addolorata. Il 24 aprile del 1583 la Vergine di un affresco di inizio Cinquecento raffigurante la Pietà, allora posto in una piccola cappella dedicata alla Madonna della Neve, fu vista piangere da alcuni popolani. A perenne memoria dell’evento prodigioso fu proprio il Santo Arcivescovo di Milano a porre la prima pietra del tempio, avendone affidato progetto ed esecuzione al suo architetto di fiducia, quel Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini, protagonista del rinnovamento architettonico della Chiesa lombarda riformata.

Il Tibaldi pensò un edificio con pianta a croce latina, a navata unica e quattro cappelle per lato. La cupola da lui disegnata venne diversamente realizzata dall’architetto Giuseppe Merlo a metà del XVIII secolo. Stessa sorte toccò alla facciata, ornata da bassorilievi e da due monumentali statue di profeti, portata a termine dal maestro Leopoldo Pollack in stile neoclassico sul finire del Settecento.  Ad essere abbandonata fu anche l’originaria idea del peristilio, il quadriportico che doveva precedere il prospetto principale. Dal ‘600 all’800  numerosi artisti si alternarono nella ricca decorazione interna, su commissione delle più nobili e benestanti famiglie locali. 

Fulcro di tutto lo spazio è l’altare maggiore, dove è collocata l’immagine miracolosa, in marmo nero di Varenna e formelle di marmo rosso. Questo primitivo presbiterio, sotto la cui abside si apre il “gesiolo”, la cappella dove avvenne la lacrimazione prodigiosa, è separato dallo spazio della chiesa da una classica balaustra. In tempi moderni si decise di costruire un nuovo presbiterio, inaugurato dal cardinale Carlo Maria Martini nel 1998 e realizzato in marmo di Candoglia dallo scultore Floriano Bodini. Il maestro, nativo della Provincia di Varese, utilizzò il tema delle nozze di Cana per la mensa dell’altare, l’angelo dell’Annunciazione per l’ambone e la Pentecoste per la seduta del celebrante. 

Una tela di Camillo Procaccini con un Riposo durante la fuga in Egitto, impreziosisce la Cappella Simonetta che si apre nel transetto destro.  Nel braccio opposto la Cappella di San Giorgio custodisce una pala d’altare di Giovanni Ambrogio Figino con il San Giorgio e il drago e un prezioso ciclo di affreschi del Morazzone con le storie della vita del Santo, le cui figure, in pose ardite di derivazione manierista, coprono interamente le pareti e la volta del piccolo ambiente. Sontuosa e barocca è la decorazione della cappella di San Carlo, eseguita dal pittore Andrea Lanzani nel 1684.

Il Santuario dell’Addolorata è tra i più grandi di Lombardia. Aperto al culto nel 1587, fu consacrato alla Regina dei Martiri nel 1755 e ufficialmente inaugurato solo alla fine del secolo seguente. E’ tuttora affidato ai Padri Oblati Missionari particolarmente dediti alla celebrazione dell’Eucarestia e sempre disponibili per il Sacramento della Riconciliazione.