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VISTO E MANGIATO

Il Sacro Monte di Varallo Sesia

Nel 2003 l'Unesco ha stabilito che "rappresenta un esempio straordinario di integrazione tra paesaggio naturale ed espressione artistica".

Visto e mangiato 02_04_2011
Sacro Monte

 

opera arteIl più celebre tra i sacri monti si trova a 608 metri di altitudine alla sommità di una collina che si affaccia sul comune di Varallo Sesia, ed è accessibile in automobile oppure con la veloce funivia che parte dal borgo.

L’intero comprensorio si trova all’interno della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Varallo, un parco istituito nel 1980 dalla Regione Piemonte per salvaguardare questo prestigioso  sito nella sua integrità artistica e ambientale.

Insieme ai sei sacri monti del Piemonte (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta) e ai due della Lombardia (Ossuccio e Varese) il Sacro Monte di Varallo nel 2003 è stato inserito dall’Unesco nella lista dei luoghi riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità, perché “rappresentano un esempio straordinario di integrazione tra paesaggio naturale ed espressione artistica” e sono “un mirabile tentativo di riproduzione dei luoghi di culto della spiritualità cristiana e un modo comprensibile e coinvolgente di raccontare ai fedeli la vita di Cristo e dei Santi”.

Varallo è una vera e propria Nuova Gerusalemme e con questo intento il Beato francescano Bernardino Caimi , di ritorno dalla Terra Santa alla fine del Quattrocento, dà inizio ad un’opera che vedrà il compimento due secoli dopo.  Il punto di partenza per una visita al Sacro Monte non è tuttavia la sommità del colle: Padre Bernardino  comincia dal centro di Varallo dove nel 1486 ottiene il permesso di edificare il Convento di Santa Maria delle Grazie, nella cui chiesa Gaudenzio Ferrari dipinge su di un superficie di oltre 80 metri quadrati la Vita e la Passione di Cristo, al tempo stesso incipit e conclusione ideale del percorso del Sacro Monte. Salendo sulla collina si incontra invece quello che Giovanni Testori definì  “gran teatro montano”, lo scenografico cammino che si snoda attraverso 43 cappelle per concludersi nella grande basilica alla sommità del monte.  La prima cappella costruita è l’ultima del percorso, dedicata al Santo Sepolcro, cuore del pellegrinaggio in Terra Santa di Padre Caimi e cuore della Nuova Gerusalemme  valsesiana. La parte architettonica viene terminata nel 1491 e agli inizi del Cinquecento Gaudenzio Ferrari, uno dei protagonisti del Sacro Monte, realizza le statue in legno della Maddalena, posta nell’atrio, e quella del Cristo morto, nel sepolcro vero e proprio.

Dal punto di vista artistico spirituale una delle cappelle più significative è la trentottesima, realizzata ancora una volta ed interamente da Gaudenzio Ferrari nell’architettura come nella decorazione pittorica e scultorea, colpisce per la potenza drammatica e la qualità della rappresentazione.
La prima cappella ha invece una storia particolare, e rappresenta un unicum nel panorama dei sacri monti. Realizzata alla fine del Cinquecento dall’architetto Galeazzo Alessi è dedicata alla Creazione ed è nota come cappella del Peccato Originale. Non rientra nel programma del Caimi, volto a riprodurre i Luoghi Santi della Palestina, ma segna un approfondimento teologico dell’intero tema della Salvezza, permettendo al fedele di contemplare e comprendere la necessaria premessa alla nascita, morte e resurrezione del Redentore.     

 

papillonPer gli acquisti golosi:
A Varallo meritano la visita  Raviolificio Bertoli (via loc Balangera • tel. 016351363), negozio di cose buone in cui è ospitata una formidabile varietà di prodotti, ed in cui è possibile comprare i frutti della storica produzione, ovvero le diverse tipolgie di pasta fresca, fino alle nuove creazioni in campo dolciario e la Macelleria borgatta (vicolo Camaschella, 17 • tel. 016351118), autentico punto di riferimento goloso per chi vuole i migliori tagli di carni bovine piemontesi d’eccellenza.


Per i vini:

la sosta sarà da Travaglini (strada delle Vigne, 36 • tel. 0163833588) a Gattinara, una delle famiglie storiche del vino italiano. Formidabile, tra i grandi rossi, il Gattinara Tre vigne, uno dei migliori vini di tutta Italia.

Per mangiare:
Osteria del Belvedere (via Belvedere, 2 • tel. 3485608808) dove si respira l’atmosfera della trattoria autentica, con i due giovani titolari che offrono classici della cucina piemontese, come la terrina di coniglio, il risotto alle erbe, il succulento ganascino al Nebbiolo, la trota del Sesia al burro, il semifreddo al torroncino, per una spesa sui 40 euro.

Per dormire:
A Varallo, è meta più che piacevole l’Hotel Italia (corso Roma 6 – tel. 016351106), albergo con sale camere e suite ben attrezzate al meglio e sala conferenze, giardino e parchggio.