Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
MERCATO DELLE ARMI

Il Qatar "emarginato" continua a far affari d'oro

Emarginato da sauditi ed Emirati Arabi Uniti per il suo sostegno alla Fratellanza Musulmana, guardato con sospetto dagli Usa, il Qatar continua però a fare affari d'oro nel mercato delle armi. Nuovi contratti miliardari con Italia, Francia, Regno Unito e gli stessi Usa, permettono all'emiro di Doha di rompere l'isolamento diplomatico.

Esteri 12_12_2017
L'emiro Al Thani con Macron

Emarginato da sauditi ed Emirati Arabi Uniti per il suo sostegno alla Fratellanza Musulmana, guardato con sospetto dagli USA sempre più allineati all’asse israelo-saudita il Qatar sembra puntare sulle alleanze più solide per affrontare il difficile momento politico ed economico. Innanzitutto sulla Turchia che sta rimpiazzando i paesi arabi nella fornitura di tanti generi di prima necessita insieme all’Iran che approfitta della crisi interna al Gulf Cooperation Council (l’alleanza militare che riunisce le monarchie sunnite del Golfo) per incunearsi nello schieramento “nemico”, e in termini militari su un’Europa che non si è sbilanciata nella crisi tra le petromonarchie interessata per lo più a preservare le ricche opportunità di affari in una regione che resta una “mecca” anche per i produttori di armamenti.

Per mantenere alte le sue quotazioni presso tutti i principali partner europei il Qatar ha acquistato l’anno scorso, prima della crisi con Riad e Abu Dhabi, sette navi militari italiane per oltre 5 miliardi di euro. Un affare che ha infastidito i rivali francesi che si sono rifatti ampiamente con un contratto aeronautico di tutto rispetto, già preannunciato ma firmato nei giorni scorsi a Doha dal presidente francese Emmanuel Macron per un valore di oltre 8 miliardi di dollari. Cifra con cui l’emirato ha acquistato 12 cacciabombardieri Rafale e i 50 aerei commerciali a medio raggio Airbus A321. I Rafale si vanno ad aggiungere ai 24 già ordinati nell'ambito di un accordo che era stato firmato da Parigi e Doha due anni fa. Inoltre il Qatar ha firmato una lettera d'intenti per l'acquisto di 490 veicoli blindati VBCI dalla Nexter, ruotati, in dotazione anche all’esercito francese che li ha testati in Afghanistan e nel Sahel, per un valore di circa 1,5 miliardi.

La visita di Macron è strategicamente utile al Qatar per dimostrare al mondo che l’emirato non è isolato sulla scena internazionale. Un successo pagato a caro prezzo. "In totale - ha detto Macron in una conferenza stampa con l'emiro del Qatar - abbiamo firmato accordi per 12 miliardi di euro, in un segno dell'intensità della nostre relazioni. E abbiamo firmato molti accordi commerciali che riflettono la profondità dei nostri rapporti economici". Tra le intese siglate quelle tra la società ferroviaria francese Sncf e la compagnia del trasporto pubblico Ratp per un valore di tre miliardi di euro per una nuova linea della metro e di tram per Doha e per la città di Lusail. Nel corso dei colloqui tra il presidente francese e al Thani si è parlato anche di come rafforzare la partnership tra i due Paesi in vista della conferenza contro il terrorismo che si terrà a Parigi ad aprile del 2018. "Siamo impegnati a combattere il terrorismo con tutti i nostri amici - ha assicurato dal canto suo l'emiro del Qatar - Siamo pronti a risolvere la disputa" con gli altri Paesi.

Quanto agli aerei da combattimento, il settore in cui più di ogni altro il Qatar compra e consolida amicizie, vale la pena ricordare che in giugno l’emirato aveva firmato con la statunitense Boeing un contratto per 36 cacciabombardieri F-15QA, versione sviluppata appositamente per Doha, per un valore di 12 miliardi di dollari e con l’opzione per altrettanti velivoli e miliardi. Del resto i rapporto tra Doha e Washington vanno mantenuti a tutti i costi anche perchè in Qatar gli Usa hanno la base aerea di al-Udeid, principale aeroporto militare del Golfo e comando delle forze aeree Usa nella regione. Così ben 36 Rafale e 36 (o forse 72 F-15) rimpiazzeranno la dozzina di Mirage 2000 che finora hanno difeso lo spazio aereo del piccolo emirato, aerei a cui vanno aggiunti anche 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon venduti dalla Gran Bretagna (ma prodotti da un consorzio che coinvolge anche Italia, Spagna e Germania) che per firmare il contratto da 6,8 miliardi di euro ha spedito a Doha il giovane ministro della Difesa Gavin Williamson.

Di fatto il Qatar spenderà quasi 30 miliardi per schierare un centinaio (più le opzioni sugli F-15) di caccia dei tre modelli più costosi anche in termini di manutenzione (escluso l’F-35) e senza neppure disporre dei piloti e del personale tecnico sufficienti a farli volare e mantenerli in linea. Come spesso accade nelle monarchie del Golfo, le carenze di personale vengono compensate da contractors stranieri ma è evidente che un simile potenziamento militare da parte del Qatar ha più un valore politico che strettamente militare, specie ora che i rischi di un’escalation bellica della crisi con le altre monarchie de Golfo sembra scongiurato.