Il pubblicano Matteo
Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì (Lc 5,28)

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». (Lc 5,27-32)
Il pubblicano Matteo lascia tutto, cioè tutto quello della sua vecchia vita in cui si identificava: un collaboratore dei romani che riscuoteva le tasse per loro, trattenendo ovviamente una percentuale per se stesso. Non più riscossione delle tasse, crediti e debiti, registrazioni, suppliche e richieste dei debitori. Ritrovatosi schiavo del suo lavoro e del suo tornaconto personale, aveva perso se stesso. Ma Gesù arriva a liberarlo. E tu da cosa desideri essere liberato grazie al potente intervento del Salvatore nella tua vita?