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L'APERITIVO

Il prosciutto spagnolo e le impurità alimentari: elogio del cristianesimo

La vicenda dell'indignazione musulmana contro il professore di georgrafia spagnolo che parlava in classe del prosciutto va inquadrata nella storia dei moriscos...

A TAVOLA 28_12_2010

Il nostro direttore ha fatto bene a recuperare da un giornale locale spagnolo la storia dell’indignazione di una famiglia musulmana contro un professore di georgrafia che si era dilungato a parlare del prosciutto. Una notizia che può apparire grottesca. Ma che vale la pena di inquadrare nella storia della Spagna.

Bisogna infatti ricordare il caso dei moriscos, dei musulmani che fingevano di convertirsi al cristianesimo e dunque pubblicamente professavano la fede cristiana, ma in realtà continuavano a seguire i precetti dell’islam. Se gli spagnoli amano così tanto il prosciutto lo si deve proprio all’epoca dei moriscos, perché il modo più sicuro per smascherarli era quello di offrirgli una fetta di prosciutto e un bicchiere di vino.

Dunque è possibile che nella memoria dei musulmani vi sia traccia di queste usanze. Questo episodio ci fa comunque riflettere – e opportunamente, dato che siamo nel tempo dei cenoni, dei pranzi e delle libagioni – su quale sia stata la liberazione portata dal cristianesimo anche su questo aspetto. Il cristianesimo è l’unica religione che non ha tabù alimentari. È vero che si chiede di non mangiare carne nei venerdì di Quaresima, ma questa astinenza non ha un significato religioso, bensì ascetico, di penitenza.

È, insomma, una rinuncia per educare noi stessi, non una proibizione dovuta a una qualche “impurità” del cibo in questione. Gesù ha detto che ciò che può inquinare l’uomo non arriva da fuori, cioè da ciò che l’uomo può introdurre dentro di sé. Ma arriva dall’interno dell’uomo stesso.

Se fossi messo alle strette e dovessi scegliere due passaggi fondamentali sulla la novità liberante del cristianesimo, citerei la frase «Date a Cesare ciò che è di Cesare», che fonda la laicità e la separazione tra religione e politica; e l’annuncio che non c’è nulla di impuro che possa contaminare l’uomo dal di fuori, perché la contaminazione vera arriva solo dal profondo di noi stessi. Ancora una volta, rendiamoci conto, con umiltà e gratitudine, del grande privilegio di essere cristiani.

(testo raccolto dalla redazione e non rivisto dall'autore)