Il politically correct… all’Opera
All’Arena di Verona una cantante russa si è truccata di nero per interpretare l’etiope Aida. Semplici esigenze di scena, subito accusate di razzismo dalla soprano Angel Blue, che non canterà per protesta. Col pretesto di rispettare tutti, il politically correct finisce per seminare divieti e fomentare un razzismo di segno contrario.
Sono sempre più diffuse e trasversali le proteste per gli eccessi del politically correct, quella mentalità totalitaria che praticamente impedisce di esprimersi con il presto del rispetto per gli altri.
Un episodio a mio avviso significativo è quello accaduto in questi giorni, quando il soprano americano Angel Blue ha dato forfait all’Arena di Verona perché in una recita dell’Aida la protagonista si era tinta la faccia di nero, in quanto doveva interpretare una schiava etiope, cioè Aida stessa. Il Fatto Quotidiano così riporta le parole della soprano americana: «Sono giunta alla sfortunata conclusione che quest’estate non canterò La Traviata all’Arena di Verona come previsto», così ha scritto la soprano sui social. «Come molti di voi sapranno, l’Arena di Verona ha recentemente deciso di utilizzare il trucco blackface in una recente produzione di Aida. Vorrei essere perfettamente chiara: l’uso del blackface in qualsiasi circostanza, artistica o altro, è una pratica profondamente fuorviante basata su tradizioni teatrali arcaiche che non hanno posto nella società moderna». Sottolineando che non vedeva «l’ora di fare il mio debutto all’Arena di Verona, cantando una delle mie opere preferite», Angel Blue ha detto che «in coscienza» non può associarsi «a un’istituzione che continua questa pratica».
Sinceramente, pur essendo contrario ad ogni razzismo, non riesco a capire la ragione di tanto furore. L’annerimento del volto non era fatto per prendersi gioco della gente di colore, ma in quanto si doveva interpretare una schiava etiope e il soprano, che era la russa Anna Netrebko, per forza di cose doveva adattare il colore della sua pelle al personaggio che interpretava, personaggio tra l’altro positivo nell’opera e che in nessun modo prende in giro le persone di colore.
Se ragionassimo così, Aida dovrebbe essere interpretata soltanto da un soprano etiope. Tuttavia, questa sarebbe un’assurdità in quanto il fatto di camuffarsi per una rappresentazione teatrale o per uno spettacolo non ha nessun connotato razzista ma risponde solo ad esigenze di scena. Vero è che negli Stati Uniti del secolo XIX il blackface era usato per parodiare alcuni stereotipi della gente di colore, ma in quel caso ci si trovava realmente in un contesto razzista, mentre in questo caso si fa del razzismo al contrario, impedendo a soprani di carnagione bianca di interpretare uno dei ruoli più popolari dell’opera lirica.
E poi, Angel Blue doveva cantare la Traviata all’Arena, fare la protagonista che nel libretto non è certo di colore.
Allora, nel caso della Traviata, bisogna far cantare solo persone di carnagione chiara nel ruolo della protagonista? Nessuno lo pensa, se non è schiavo del politically correct, ideologia che in nome del rispetto intende trasformare la nostra vita in un inferno di divieti. Dovremmo tirar giù tutti i quadri che dipingono Gesù come un bianco quando sappiamo che era un mediorientale? Turandot potrà essere cantata solo da cinesi? In Star Trek il signor Spock dovrà essere interpretato solo da un autentico vulcaniano? Insomma, quando ci accorgeremo che siamo dominati dal ridicolo?