Il Papa sogna ancora la Cina. E lo dice ai gesuiti cinesi
Francesco ribadisce la volontà di visitare il Paese nel colloquio con padre Pedro Chia, direttore delle comunicazioni della Provincia cinese della Compagnia di Gesù.
Dalle Mura Leonine alla Grande Muraglia: a 87 anni Francesco ribadisce il desiderio di visitare la Cina e lo fa a colloquio con padre Pedro Chia, direttore delle comunicazioni della Provincia cinese della Compagnia di Gesù. L'intervista – realizzata in spagnolo il 24 maggio, festa della Madonna di Sheshan – è stata diffusa in questi giorni sui canali social della Provincia cinese e visibile qui.
Riemergono temi già presenti nelle altre numerose interviste papali, a cominciare da come affronta critiche e resistenze: «Le critiche aiutano sempre. Anche se non sono costruttive, aiutano sempre, perché ti fanno riflettere sul tuo modo di agire» – «Come affronto la resistenza? Ebbene, a volte bisogna aspettare, sopportare... E spesso correggersi. Perché dietro la resistenza può esserci una buona critica, no? E anche con dolore a volte, perché la resistenza, come avviene in questo momento, non è solo contro di me, è contro la Chiesa. Ad esempio, c'è un gruppo – poche persone – che riconosce solo fino a Pio XII, i Papi dopo no».
Come affrontare lo stress di una giornata da Papa? «Conducendo una vita ordinata, è possibile fare le cose. La mattina ricevo le persone qui [nel Palazzo Apostolico, dove si svolge l'intervista], il pomeriggio, qualche volta là [a Santa Marta, dove risiede]». Nessun segreto sulla gestione del tempo: «Non ho segreti e faccio quello che devo fare con l'aiuto di tutti. Tutto ruota intorno alla collaborazione, all’ascolto». E di fronte alle sfide e ai problemi (rievoca, per esempio le varie crisi in corso) «cerco sempre di risolverli con il dialogo. E quando non funziona, con pazienza. E sempre con senso dell'umorismo. La preghiera di San Tommaso Moro, che chiede il senso dell'umorismo, mi aiuta molto».
Ovviamente il colloquio tra i due gesuiti, l'intervistato e l'intervistatore, volge lo sguardo alla Cina: se potrà visitarla, Francesco vuole recarsi al santuario della Vergine di Sheshan». Ma delude la richiesta dell'intervistatore di mandare ai cinesi un messaggio di speranza: «mi sembra tautologico dare un messaggio di speranza a un popolo che è maestro dell'attesa» e che ha «il virus della speranza». Qualche momento di humour («Cosa direbbe a un giovane che vuole farsi gesuita?» – «Che si faccia domenicano!») e un pensiero al prossimo Papa, a domanda diretta di padre Chia: «Cosa direbbe al suo successore, al prossimo successore di San Pietro?» – «Che preghi. (...) Perché già il Signore parla nella preghiera».