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AI CHIERICHETTI

Il Papa: "Libertà è obbedire alle regole"

Papa Francesco ha incontrato 50mila chierichetti tedeschi e ha risposto a domande sul ruolo dei giovani nella Chiesa, sulla funzione dei chierichetti e sul senso cristiano di libertà. Che non è facoltà di far ciò che si vuole, ma obbedienza alle regole di Dio per liberarsi dalla vera schiavitù, quella del peccato.

Ecclesia 06_08_2014
L'incontro

Il 5 agosto 2014 Papa Francesco ha incontrato cinquantamila chierichetti tedeschi e ha risposto a tre domande da loro formulate relative al ruolo dei giovani nella Chiesa, alla funzione specifica dei chierichetti e al senso cristiano della libertà. Ai giovani il Pontefice ha offerto una lezione sulla libertà, che non è fare quello che si vuole ma rispettare le regole che Dio stesso ha stabilito proprio per renderci più liberi e sottrarli alla vera schiavitù, il peccato.

Il mondo, ha detto il Papa, «ha bisogno di persone che testimonino agli altri che Dio ci ama, che è nostro Padre». Molti nella società si mettono al servizio degli altri svolgendo attività di tipo umanitario. Non c'è nulla di male, ma per il cristiano non basta. «Noi discepoli del Signore abbiamo una missione in più: quella di essere “canali” che trasmettono l’amore di Gesù. E in questa missione - ha aggiunto il Pontefice - voi, ragazzi e giovani, avete un ruolo particolare: siete chiamati a parlare di Gesù ai vostri coetanei, non solo all’interno della comunità parrocchiale o della vostra associazione, ma soprattutto al di fuori». I giovani sono i primi e più efficaci evangelizzatori degli altri giovani, in un momento in cui «tanti ragazzi e giovani della vostra età hanno un immenso bisogno di qualcuno che con la propria vita dica loro che Gesù ci conosce, ci ama, ci perdona, condivide con noi le nostre difficoltà e ci sostiene con la sua grazia». È una testimonianza che non si improvvisa: «per parlare agli altri di Gesù bisogna conoscerlo e amarlo, fare esperienza di Lui nella preghiera, nell’ascolto della sua parola».

I ministranti, i chierichetti, hanno l'occasione di stare vicino a Gesù nel servizio liturgico, Ma il Papa aggiunge «un consiglio: il Vangelo che ascoltate nella liturgia, rileggetelo personalmente, in silenzio, e applicatelo alla vostra vita; e con l’amore di Cristo, ricevuto nella santa Comunione, potrete metterlo in pratica» e comunicarlo ai coetanei.

Oggi gli studenti, i giovani, hanno spesso una giornata piena di tante attività. Sembra che non resti tempo per un impegno come quello dei chierichetti e per altre forme di impegno ecclesiale. «Bisogna un po’ organizzarsi, programmare in modo equilibrato le cose… - ha detto il Papa -, ma voi siete tedeschi, e questo vi viene bene! La nostra vita è fatta di tempo e il tempo è dono di Dio, pertanto occorre impegnarlo in azioni buone e fruttuose. Forse tanti ragazzi e giovani perdono troppe ore in cose futili: il chattare in internet o con i telefonini, le “telenovele”, i prodotti del progresso tecnologico, che dovrebbero semplificare e migliorare la qualità della vita, e talvolta distolgono l’attenzione da quello che è realmente importante». Ci sono tante cose nella giornata di un giovane, alcune inutili e dannose e altre innocue o anche buone, ma la prima dovrebbe essere «ricordarsi del nostro Creatore che ci consente di vivere, che ci ama, che ci accompagna nel nostro cammino».

«Proprio perché Dio ci ha creati a sua immagine - ha aggiunto Papa Francesco -, abbiamo ricevuto da Lui anche quel grande dono che è la libertà». La libertà è un dono di Dio, ma tutto dipende da come la usiamo. «Se non è esercitata bene la libertà ci può condurre lontani da Dio, può farci perdere la dignità di cui Lui ci ha rivestiti. Per questo sono necessari degli orientamenti, delle indicazioni e anche delle regole, tanto nella società quanto nella Chiesa, per aiutarci a fare la volontà di Dio, vivendo così secondo la nostra dignità di uomini e di figli di Dio». Le regole, ha spiegato il Pontefice ai ragazzi, non sono contro la libertà, anzi la proteggono. «Quando non è plasmata dal Vangelo, la libertà può trasformarsi in schiavitù: la schiavitù del peccato. I nostri progenitori, Adamo ed Eva, allontanandosi dalla volontà divina sono caduti nel peccato, cioè nel cattivo uso della libertà».

«Cari ragazzi e ragazze, non usate male la vostra libertà!», ha esortato Papa Francesco. «Non sciupate la grande dignità di figli di Dio che vi è stata donata! Se seguirete Gesù e il suo Vangelo, la vostra libertà sboccerà come una pianta in fiore, e porterà frutti buoni e abbondanti! Troverete la gioia autentica, perché Lui ci vuole uomini e donne pienamente felici e realizzati. Solo aderendo alla volontà di Dio possiamo compiere il bene ed essere luce del mondo e sale della terra!». Una libertà rispettosa delle regole sembra oggi difficile a molti giovani. Ma - ha concluso il Papa - abbiamo un modello, una madre che ci aiuta: la Madonna, che ha mostrato ai secoli come obbedienza e libertà possano e debbano stare insieme.