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IL VIAGGIO IN THAILANDIA

Il Papa dona al patriarca buddista il documento di Abu Dhabi

Nel suo primo discorso alle autorità tailandesi, Francesco ha parlato contro il fenomeno del turismo sessuale, mentre nell’omelia per la Messa è tornato sul tema della missione. Al patriarca buddista ha portato in dono una copia della Dichiarazione di Abu Dhabi, soffermandosi sulla cura della «nostra tanto maltrattata casa comune» come terreno d’incontro.

Ecclesia 22_11_2019

In Thailandia, dove il fenomeno del turismo sessuale minorile è una piaga, il Papa ha tuonato contro la tratta. Nel primo discorso alle autorità del Paese, Francesco ha detto di pensare «a quelle donne e a quei bambini del nostro tempo che sono particolarmente feriti, violentati ed esposti ad ogni forma di sfruttamento, schiavitù, violenza e abuso». Bergoglio, al tempo stesso, ha ringraziato il governo «per i suoi sforzi volti ad estirpare questo flagello, come pure a tutte le persone e le organizzazioni che lavorano instancabilmente per sradicare questo male e offrire un percorso di dignità». In effetti, da due anni a questa parte sono aumentati i controlli delle forze di polizia locali nei luoghi legati al business della prostituzione, con l’intento di contrastare il diffuso fenomeno.

In occasione di questo viaggio apostolico, che avviene a 350 anni dalla fondazione del Vicariato apostolico del Siam, Francesco ha voluto anche celebrare l’opera dei primi due missionari, i portoghesi Jeronimo da Cruz e Sebastiao da Canto, che arrivarono in questa terra ancora prima, nel 1567, trovando la morte due anni più tardi. Il ricordo gli ha dato modo di ripetere uno dei moniti preferiti: «Il missionario - ha affermato nell’omelia della Messa celebrata allo Stadio Nazionale Supachalasai di Bangkok - sa che l’evangelizzazione non è accumulare adesioni o apparire potenti, ma è per aprire le porte per vivere e condividere l’abbraccio misericordioso e risanante di Dio Padre che ci rende famiglia».

Alla folla presente, il Papa ha ricordato che i due domenicani portoghesi «ascoltando la Parola del Signore, cercando di rispondere alle sue richieste, poterono vedere che appartenevano a una famiglia molto più grande di quella generata dai legami di sangue, di cultura, di regione o di appartenenza a un determinato gruppo. Spinti dalla forza dello Spirito e riempite le loro sacche con la speranza che nasce dalla buona novella del Vangelo, si misero in cammino per cercare i membri di questa loro famiglia che ancora non conoscevano. Uscirono a cercare i loro volti». Uno slancio missionario determinante perché «senza quell’incontro», ha aggiunto il pontefice, «al cristianesimo sarebbe mancato il vostro volto» e «sarebbero mancati i canti, le danze che rappresentano il sorriso thai, così tipico delle vostre terre». Una prova, secondo il Santo Padre, che «il disegno amorevole del Padre (...) è molto più grande di tutti i nostri calcoli e previsioni e non si riduce ad un pugno di persone o a un determinato contesto culturale».

L’apprezzamento delle differenze è stato anche al centro dell’incontro con Somdej Phra Maha Muneewong, supremo patriarca buddista thailandese, al quale Bergoglio ha portato in dono la Dichiarazione di Abu Dhabi, firmata insieme all’imam Ahmad Muhammad Al-Tayeb. Il Papa ha auspicato «iniziative concrete sulla via della fraternità» da realizzare con i buddisti, citando la difesa della «nostra tanto maltrattata casa comune» come terreno comune d’incontro.

Nel primo giorno pieno di appuntamenti ufficiali, dopo il riposo dettato dalla traversata oceanica, Francesco ha voluto anche incontrare privatamente il personale medico, i disabili e i malati del St. Louis Hospital di Bangkok. Una visita che il Papa ha presentato con alcune parole sulla malattia che «porta sempre con sé grandi interrogativi» e di fronte a cui «la prima reazione può essere quella di ribellarci e persino di avere momenti di sconcerto e desolazione», un grido di dolore paragonato a quello di Gesù stesso che «lo ha patito e lo ha fatto suo». «Con la preghiera - ha aggiunto Francesco - anche noi vogliamo unirci al suo grido; unendoci a Lui nella sua passione scopriamo la forza della sua vicinanza alla nostra fragilità e alle nostre ferite».

Alle tre di notte italiane Bergoglio inizierà la sua nuova giornata di appuntamenti, durante la quale incontrerà la piccola comunità cattolica locale e i capi cristiani e delle altre religioni. Previsto anche il consueto colloquio privato con i gesuiti locali.