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ERDOGAN

Il nuovo imperialismo turco visto da un dissidente

Abdullah Bozkurt è un giornalista turco esperto di terrorismo, sicurezza, criminalità ed estremismo. Un giorno del 2016 è riuscito a scappare in Europa un attimo prima di essere oggetto delle purghe di Erdoğan. Qui spiega il neo-imperialismo della Turchia di oggi alla NBQ. Un'espansione che riguarda la Libia, il gasdotto, i Fratelli Musulmani e l’Iran.

Esteri 23_02_2020
Erdogan, comizio a Smirne

Abdullah Bozkurt è un giornalista turco esperto di terrorismo, sicurezza, criminalità ed estremismo. Già capo ufficio del quotidiano Today's Zaman di Ankara, è stato corrispondente di Washington, DC. Un giorno del 2016 è riuscito a scappare in Europa un attimo prima di essere oggetto delle purghe di Erdoğan. Ha spiegato alla Nuova Bussola Quotidiana la Turchia di oggi, e le decisioni del sultano circa la Libia, il gasdotto, i Fratelli Musulmani e l’Iran.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha appena chiesto alle parti del conflitto in Libia di “impegnarsi per un cessate il fuoco duraturo”. Che cosa vuol dire?L'appello delle Nazioni Unite non significa nulla in questa fase, dal momento che tutte le parti in conflitto sono impegnate a rafforzarsi. La qual cosa li ha portati a guadagnare sul campo per renderli capaci di negoziare, da una posizione più forte, nei colloqui politici futuri. E l'embargo sulle armi delle Nazioni Unite viene minato da entrambe le parti.

Almeno 3.200 mercenari siriani sono sbarcati a Tripoli nelle ultime settimane con aerei e navi turchi. Cosa accadrà?

Il governo di Erdoğan in Turchia sta espandendo le operazioni sul suolo libico per sostenere il governo alleato di al-Sarraj. Ciò intensificherà ulteriormente il conflitto e significherà maggiore spargimento di sangue. Le forze per procura che Erdoğan ha inviato in Libia fanno parte della grande strategia del "sultano" di creare e mantenere la presenza di forze in diversi teatri di conflitto. Userà queste ultime per giocare la carta del disturbo contro altri paesi.

Allora come spiegare la questione libica dal punto di vista della Turchia?
Ci sono diverse motivazioni alla base dello schieramento delle truppe turche in Libia: distogliere l'attenzione della popolazione turca dai problemi interni; Erdoğan vuole galvanizzare la sua base politica islamista servendo gruppi islamici in Libia e consolidando i suoi guadagni presso i gruppi elettorali principali; vuole un modo per contrattare con altri paesi, specialmente dopo che il suo governo ha portato la Turchia a un grande isolamento nella regione e nel mondo e desidera dare una spinta alle iniziative imprenditoriali della sua famiglia e dei suoi amici.

Perché la Turchia è passata dal sostegno ad Haftar al sostegno ad al-Serraj?
Il governo di Erdoğan si sente più vicino ai gruppi islamisti allineati a Serraj. Al centro, c'è affinità ideologica. In secondo luogo, Erdoğan è in lizza per l'influenza nel Nord Africa a spese dell'Egitto guidato da al-Sisi – che non considera un governo legittimo dopo l'espulsione di Morsi. Il presidente turco pensa anche di poter fare affari con al- Serraj e manipolarlo per proteggere i suoi interessi personali.

Dal gasdotto israeliano-greco-cipriota EASTMED, all'inaugurazione del TurkStream da parte di Putin. Quanto è importante la partita energetica nel Mediterraneo per Erdoğan?
È importante nell’ordine degli interessi familiari e dei partner commerciali che avrebbero bisogno di nuove fonti di reddito, mercati e clienti. È disposto a fare un affare anche con Israele se pensa di poter trarre beneficio finanziario da tali accordi.

In che modo i turchi guardano agli obiettivi espansionistici del Sultano?
 I turchi sostengono il loro presidente perché esiste una sola narrazione della realtà, ed è quella del governo. Qualsiasi forma di indipendenza è stata spazzata via, e i giornalisti non allineati sono in prigione. Non esiste nel Paese una contro-narrativa. E non conoscono i rischi associati alle politiche espansionistiche di Erdoğan. Egli interpreta la visione neo-ottomana di quei turchi che pensano che l'impero perduto possa essere ricostruito dall’attuale governo.

Qual è il legame tra Erdoğan, i Fratelli musulmani e la Libia?
Erdoğan è una figura di spicco dei Fratelli Musulmani turchi, e ha sempre avuto una visione molto ravvicinata del movimento. Il suo governo ha protetto i leader della fratellanza da tutto il mondo, fornendo finanziamenti, logistica e supporto alla rete. In Libia sono i suoi fratelli e alleati naturali.

Com’è la situazione economica del paese?
Le difficoltà economiche e finanziarie si sono ulteriormente aggravate in Turchia. Gl’investitori, sia nazionali che esteri, non hanno fiducia. Gl'imprenditori turchi vanno via. Nessuno si fida del governo di Erdoğan. E sembra che l'economia peggiorerà.

È vero che per la prima volta nella moderna repubblica turca esiste un partito che ha ufficialmente imposto regole religiose nella sfera pubblica e in particolare per quanto riguarda la finanza?
Il sistema bancario islamico era stato autorizzato già dai governi precedenti, e Erdoğan ha voluto fare ancora di più. L'AKP al potere ha imposto i valori religiosi dall'istruzione alle politiche sociali e culturali sotto mentite spoglie. Le scuole religiose finanziate con fondi pubblici sono state ampliate, i libri di testo scolastici sono stati riscritti in modo da riflettere l'ideologia politica islamista di Erdoğan. I gruppi religiosi, compresi quelli radicali che sostengono il governo, hanno avuto accesso a fondi governativi, scuole e altre opportunità per propagare le loro opinioni e credenze al meglio.

Gli europei si sono suicidati quando hanno chiesto a Erdoğan via Merkel di creare e gestire campi di concentramento dove tenere i siriani a pagamento?
Credo di sì. Erdoğan ora può ricattare l'Europa ogni volta che vuole, e gli europei sono terrorizzati da altri rifugiati che destabilizzerebbero i governi. La cosa piace molto al presidente, che può tenere per il collo i leader europei.  

Quali erano i rapporti di Erdoğan con Soleimani?
 Erdoğan ha salutato Soleimani come martire. Il suo capo dell'intelligence, Hakan Fidan, ha collaborato con Soleimani e la Forza Quds per anni.

Che ruolo gioca il sultano nello scontro tra Iran e Stati Uniti?
 Per Erdoğan l'Iran è la sua seconda casa, ed è deciso a minare le sanzioni internazionali e statunitensi contro l'Iran. Il caso Zarrab del 2013 in Turchia e il caso del Tribunale federale di New York hanno rivelato come il suo governo abbia permesso sistematicamente e deliberatamente all'Iran di riciclare denaro attraverso le banche statali turche, con l'approvazione del governo Erdoğan. Molte figure di spicco del governo di Erdoğan sono islamisti filo-iraniani.