Il miglior amico dell'uomo (finché non ti sbrana)
Quando vedo un cane di grossa taglia imbracato non al collo, ma alla spalla cambio strada. Sì, perché quel tipo di guinzaglio indica che all’altra estremità c’è una persona altrettanto pericolosa. Se il bestione scatta, puoi trattenerlo per la gola strangolando mezzo, ma se è imbracato ti trascina e non lo controlli.
Quando vedo un cane di grossa taglia imbracato non al collo ma alla spalla cambio strada o imbocco un vicolo laterale. Sì, perché quel tipo di guinzaglio su quel tipo di bestia indica che all’altra estremità c’è una persona che definire poco illuminata serve solo a scansare querele. Se un bestione che pesa quanto te, se non di più, scatta, puoi trattenerlo per la gola strangolando mezzo, ma se è imbracato ti trascina e non lo controlli. E i motivi per cui un cane può partire in quarta sono enne elevato enne. Va da sé che, siccome tu lo “ami”, il cucciolone deve essere per forza altrettanto “amabile” agli occhi dell’universo mondo. Se qualcuno fa la vista di dubitare, si comincia con un «stia tranquillo, è buono» e si finisce con «strano, non lo aveva mai fatto!».
L’ultimo caso è quello della bambina di Pordenone, uccisa a morsi dal cane della zia. Aveva due anni. Uno scricciolo. Ovviamente, anche il cane assassino «non lo aveva mai fatto prima». Non mancano, altrettanto ovviamente «quelli che ne capiscono» (in genere, cinofili da salotto di casa propria) che incolpano la vittima: «chissà che cosa gli avrà fatto!». Un tempo le bestie inaffidabili si abbattevano senza complimenti, oggi c’è la “sindrome Daniza”, che non colpisce solo gli italiani, ma anche gli spagnoli, oppostisi in massa all’eliminazione del cane sospetto portatore di Ebola. Le autorità iberiche, però, sono meno voto-dipendenti di quelle nostrane, e non hanno tenuto conto del grido di dolore levatosi da ogni parte dell’imbecillità nazionale. I nostri politici, invece, sono il perfetto specchio di chi li vota, perciò che Dio ci aiuti. Così, per strada o quando si visita un conoscente cinofornito, bisogna fidarsi della parola di un perfetto sconosciuto (o di un conosciuto che ama il suo cane molto più di te): «tranquillo, è buono».
Si è fidata dell’altrui parola anche la fidanzata di quel romeno che, per mostrarle quanto fosse bravo al volante, imboccò a gran velocità e contromano, ammazzando quattro ragazzi francesi (la madre di alcuni di questi, intervistata più volte in tivù, in perfetto italiano ha invocato l’introduzione del reato di omicidio stradale: quanti bambini ammazzati ci vorranno perché qualcuno cominci a invocare l’omicidio cagnesco?). «Chi non ama gli animali non ama gli uomini», è il trito refrain degli animalisti. La verità che loro li odiano, gli uomini, tant’è che il loro dilagare arrogante è contemporaneo al sorgere dell’ambientalismo estremo, e tutti e due sono figli del neomalthusianesimo. É morta sbranata una bambina? Spallucce; tanto, al mondo siamo anche troppi. In ogni caso, nessuno tocchi Caino e men che meno Fido. «Il migliore amico dell’uomo», però, ti era tanto amico che t’ha sgozzato la nipotina. Perché? Ma perché è una bestia, e non sai mai che cosa passi per la testa a una bestia.
Questa semplice verità merita un principio di precauzione ben superiore a quello che vieta gli ogm, ma è entrata nell’elenco delle cose che non si possono neanche dire fin da quando un sindaco di Milano, sconvolto per i ripetuti attacchi di cagnoni a esseri umani, impose l’obbligo della museruola. Subito il municipio venne assediato da torme di “sciure” griffate con una museruola sul muso in segno di protesta. Chi campa di voti che volete che faccia? Quello che fece il sindaco in questione: zitto e mosca, subito imitato dai vigili urbani a cui non pareva vero di nascondersi dietro il solito «i problemi sono ben altri». D’altra parte, gli amanti milanesi dei cani non sono solo “sciure”, ma anche personaggi come quelli che uccisero a pugni e calci un tassista che aveva tamponato –solo tamponato- la loro bestiola. Mah, se va avanti per come va, tra breve, in casi del genere, si potrà invocare l’assoluzione per “alto contenuto morale”.