Il male dilagante e la nostra speranza
Su Instagram le foto della blasfema campagna abortista “ThankGodForAbortion”, con bambini in braccio a persone che celebrano l’aborto. E nel Regno Unito un gay inizia una relazione con l’ex della sua figlia legale, avuta con l’utero in affitto, rivelando il volto satanico del “love is love”. Eppure, chi ha la speranza cristiana sa come finirà lo scontro con il Male ed è chiamato a continuare ad annunciare la Verità.
Nei giorni scorsi sono circolate due notizie che messe insieme, di primo acchito, potrebbero gettare nello sconforto quanti soffrono nel vedere anche il minimo buon senso umano sempre più sbeffeggiato da una mentalità che ha reso l’uomo padrone fino al punto da permettergli di realizzare anche le sue fantasie più perverse.
La prima notizia riguarda le foto pubblicate su Instagram dalla campagna americana abortista ThankGodForAbortion, il cui slogan è appunto “Grazie a Dio per l’aborto”. Nei post compaiono due donne lesbiche con in braccio un povero bambino probabilmente prodotto e comprato con la fecondazione eterologa: le due lo guardano ridendo in maniera sguaiata mentre lui, indossando un body con la scritta abortista, sorride ignaro di cosa gli stia capitando.
Un altro neonato appare triste in una foto che lo ritrae con una corona che porta la scritta “abortion” e commentata così: “Questo bambino dolce e divino ha festeggiato questo Halloween come noi e ciò può significare solo che l’aborto è ancora più santo di quanto pensassimo…”. Ci sono poi altre due donne con un bambino che indossano la t-shirt. Mentre in un’altra foto un uomo di colore, con a tracolla la borsa con lo slogan, tiene stretta una piccola di qualche mese. Non manca poi la blasfemia, data la presenza dell’icona di Santa Brigida accusata di aver fatto abortire una giovane donna. Pensare che si possano pubblicare queste foto in un sito che sta facendo una campagna simile è terrorizzante, se non fosse che il vero volto dell’attivismo pro-choice sta finalmente emergendo, smentendo la scusa dell’aborto ammesso solo come dramma ed extrema ratio per povere donne disperate.
La seconda notizia è invece quella della separazione della prima coppia di uomini inglesi (Barrie e Tony) a cui fu riconosciuta dal Regno Unito la patria potestà su entrambe le gemelle, Shafford e Aspen, partorite da una donna pagata profumatamente per l’impianto in utero nel 1999 di due ovuli. Le piccole sono geneticamente figlie di un’altra donna (una modella brasiliana pagata allora 35.000 sterline) che aveva venduto i suoi ovuli alla coppia, ma non figlie dello stesso padre, dato che i due uomini avevano fecondato un ovulo a testa. Eppure, in nome della non discriminazione (ovviamente dei due ricchi milionari e non delle innocenti), sul certificato di nascita si ospitò una menzogna riconoscendo le gemelle come figlie di entrambi.
Ma l’incubo non è finito qui perché Barrie, 50 anni, ora vive ancora con Tony, quello che lo Stato ha riconosciuto nel 2014 come suo marito, con i cinque bambini prodotti con la fecondazione assistita e l’utero in affitto, e con il suo nuovo partner, il venticinquenne Scott Hutchison, ex fidanzato di una delle gemelle oggi ventenni. Non solo. Perché quando i due si sono messi insieme, Tony, oltre ad incoraggiare la nuova unione, ha persino fatto da mediatore fra l’ex compagno e la figlia, che «certo - ha spiegato Drewitt-Barlow - era arrabbiata all’inizio, ma poi Tony le ha detto: “Vedi come Scott sta con papà, gli piace”». E la ragazzina, probabilmente cresciuta in una casa in cui qualsiasi cosa desiderassero i due uomini era da realizzarsi e con la percezione di essere un oggetto fabbricato per piacere a loro, alla fine «ha accettato la cosa».
Insomma, il teatro degli orrori sembra non avere limiti e di primo acchito è facile tremare, perché si tratta di un vero e proprio inferno che si sta facendo realtà sulla terra mietendo vittime su vittime, sempre più piccole e innocenti, senza che ciò abbia alcuna conseguenza legale sugli adulti che ne abusano. Perché non c’è altra definizione per una realtà in cui si producono narcisisticamente i figli o per chi li usa mettendo la loro faccia di neonati in campagne che esaltano l’omicidio degli stessi in grembo. Ma forse, a pensarci bene, anche il fatto che il “love is love” stia mostrando il suo volto tremendo e satanico dovrebbe far ben sperare; perché finalmente il male non riesce più a nascondersi dietro una parvenza così benevola da confondere le menti della massa per cui “se si vogliono bene, chi sono io per giudicare?”.
I lineamenti di una vita in cui l’uomo può fare ciò che vuole del creato (chissà perché di questo gli ecologisti non parlano), abusandone e manipolandolo, si stanno delineando nella loro mostruosità luciferina, quasi a voler tirare l’ultimo colpo di coda nella partita in corso fra Bene e Male. Ma se siamo davvero a questo punto dello scontro, la sfida non durerà ancora molto. E chi ha la speranza cristiana sa bene come finirà. Perciò, anziché abbassare le braccia davanti ad un’ondata malvagia che pare senza fondo, bisognerebbe rimboccarsi le maniche e continuare ad annunciare la Verità, non permettendo che quel colpo di coda si trascini dietro troppe anime che aspettano di essere salvate.