Il libro gay della Mazzucco finta libertà educativa
Libro di Melania Mazzucco, con scene esplicite di sesso gay, fatto leggere obbligatoriamente a minorenni. Il caso è stato sollevato dalla Nuova BQ e continua a far parlare di sé. Impone una riflessione sull'educazione.
Per decenni la scuola italiana ha dovuto patire i limiti di un bigottismo storiografico della sinistra marxista, incapace di aprire spiragli a un provvidenziale revisionismo e a un imprescindibile contraddittorio. Tomi e tomi che riassumono, con disarmante faziosità e con colpevoli censure, pagine decisive per la comprensione della storia del nostro Paese sono stati propinati a diverse generazioni di studenti, contribuendo in maniera perversa e deformante alla loro formazione. Nessuno per oltre sessant’anni è riuscito a scalfire questa egemonia culturale della sinistra e ha mai osato contraddirla o metterla in discussione nell’ambito degli ordinamenti scolastici, salvo alcuni cattolici coraggiosi, subito etichettati come integralisti, o alcune frange di estrema destra, segnate da un odio invincibile e indisponibili ad un confronto con le diversità.
Ne è venuta fuori una contrapposizione radicale e frontale tra idee e schieramenti, segnata dalla presunzione, invincibile in certa sinistra, di una superiorità morale che tuttavia mai ha trovato riscontro nelle vicende del nostro Paese. La parte più ideologica della sinistra, dunque, da una parte ha imposto e impone tuttora il pensiero unico nei luoghi di formazione, dall’altra predica tolleranza e permissivismo sulle questioni etiche, alimentando un mortale relativismo che sta scardinando i più elementari principi della civiltà giuridica. La vicenda accaduta nei giorni scorsi nel prestigioso liceo classico Giulio Cesare, a Roma, sollevata proprio dal quotidiano La Nuova Bussola Quotidiana, ne è l’ennesima conferma. Due docenti sono stati denunciati per aver fatto leggere agli studenti il romanzo di Melania Mazzucco Sei come sei. Al centro della questione, il tema del sesso tra gay e in particolare il racconto di un rapporto orale consumato in uno spogliatoio. Alcuni genitori non hanno gradito l’iniziativa e hanno contattato le associazioni Giuristi per la vita e Pro vita onlus, che hanno sporto denuncia alla Procura di Roma ipotizzando i reati di corruzione di minorenni poiché «gli allievi in questione hanno un’età compresa tra i 14 ed i 16 anni» e di pubblicazione di materiale osceno.
Nella denuncia si sottolinea che «la divulgazione di materiale dichiaratamente osceno non può non urtare la sensibilità dell’uomo medio, specie se si considera che tale divulgazione era diretta ad un pubblico composto da minorenni». Per quelle associazioni, gli alunni del ginnasio romano sarebbero stati «obbligati a leggere il romanzo a forte impronta omosessualista», alcuni passi del quale «rivelano un chiaro contenuto pornografico». La Mazzucco ha reagito con prevedibile indignazione, parlando di squadrismo fascista: «Trovo del tutto pretestuosa l’accusa di oscenità a un romanzo che parla, semplicemente, di famiglia e d’amore, e ridicola l’accusa rivolta agli insegnanti. Leggere romanzi che parlano di cose reali e di temi anche complessi della nostra vita non ha mai corrotto nessuno. Il compito di un romanzo è anche quello di far riflettere sul mondo che ci circonda. A meno che non si voglia mettere in discussione il diritto di considerare i ragazzi delle persone capaci di intendere e di volere, e di formarsi delle opinioni. Dare loro gli strumenti per capire il mondo e se stessi, anche con un libro: è proprio questo che significa svolgere correttamente il proprio mestiere di insegnanti».
Ma sarebbe sbagliato in questo caso dare la colpa soltanto all’autrice del volume. In realtà, nelle “Strategie nazionali per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, prodotte dall’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale (Unar), ci sono misure che palesemente mirano al rafforzamento dei gruppi Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender) nella società e alla diffusione delle pratiche omosessuali e che, dunque, legittimano l’invito pressante alla lettura di testi così scurrili, volgari e triviali, che veicolano modelli di vita deviati e perversi, spacciati per esempi di normalità. Che un luogo educativo e formativo come la scuola possa incoraggiare sotto forma di lotta all’omofobia la somministrazione, a minori tra i 14 e i 16 anni, di letture così ripugnanti sul piano etico e così irriguardose nei confronti della famiglia naturale è davvero un attentato al buon senso.
Libri come quello della Mazzucco appiattiscono l’orizzonte degli studenti su una equiparazione disumanizzante tra la civiltà della famiglia naturale, fondata sull’unione di un uomo e una donna, e altri surrogati di unione, contrabbandati per modelli equipollenti. E una scuola che immiserisce la trasmissione del sapere degradandola a fotografia dell’indegno e del moralmente ripugnante è una scuola che educa a una deformante visione della libertà e che svilisce e mortifica la nobiltà dell’uomo e della sua storia.