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MORTE VS VITA

Il governo portoghese vuole l’eutanasia. Il popolo resiste

Domani il parlamento del Portogallo, in maggioranza socialista, voterà in prima lettura una serie di proposte di legge sull’eutanasia. Il movimento pro vita e i leader religiosi, con il patriarca cattolico di Lisbona in testa, stanno tentando di resistere, impegnandosi nella richiesta di un referendum che blocchi l’iter legislativo.

Attualità 19_02_2020

Il popolo della vita del Portogallo sta combattendo contro un tentativo da parte del governo socialista di legalizzare l'eutanasia nel Paese e si prepara a richiedere un referendum che consenta ai cittadini di decidere sul tema. Il parlamento portoghese voterà, in prima lettura, il prossimo 20 febbraio una serie di proposte di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia; sarà poi eventualmente necessario un voto finale e la firma del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che potrebbe rifiutarsi o rinviare il testo al parlamento (a quel punto, solo una nuova approvazione consentirebbe alla legge di entrare in vigore).

Il parlamento portoghese aveva già votato contro l’eutanasia nel 2018. La proposta di liberalizzazione dell’eutanasia degli stessi socialisti ottenne allora 110 voti a favore e 115 contrari, tra i quali vi erano democristiani e comunisti.

Dopo le elezioni del 2019, il Partito socialista, il Blocco di Sinistra e il Pan (Partito animalista) hanno accresciuto la loro presenza in Parlamento, a spese dei socialdemocratici (in Portogallo, i popolari), dei democratici cristiani e dei comunisti: dunque, è più che probabile l’approvazione della legge per l’eutanasia. Dopo il dibattito e il voto previsti domani, le proposte di legge verranno inviate a una commissione speciale, dove dovrebbero svolgersi audizioni e ulteriori lavori per addivenire a un testo unico su cui chiedere il voto finale all’Aula nei prossimi mesi.

Le varie proposte - di socialisti, animalisti e Blocco di Sinistra - sono simili e ricalcano le legislazioni in vigore in Belgio e nei Paesi Bassi: l'eutanasia e il suicidio assistito sono consentiti per vari e molto vaghi motivi, tali da spalancare le porte agli (ulteriori) eccessi che quotidianamente vengono applicati nei suddetti Paesi. Proprio in questi giorni si registra il caso olandese di una donna “stanca di vivere” a cui i medici hanno consigliato, invece dell’aiuto che lei si aspettava, l’eutanasia.

Il processo legislativo portoghese può essere interrotto solo con la presentazione della richiesta di referendum, per la quale si stanno impegnando tutti i pro vita e moltissimi leader e personalità religiose del Paese lusitano, che marceranno uniti verso il parlamento proprio il 20 febbraio. Affinché abbia luogo un referendum, tuttavia, si devono raccogliere le 60.000 firme necessarie prima del voto finale (in pochi giorni una petizione ne ha già raccolte circa 20.000). Solo a quel punto, il parlamento sarà tenuto ad approvare la proposta di referendum e attendere la decisione popolare dei cittadini. Il testo proposto per il referendum recita: “Sei d’accordo sul fatto che uccidere qualcuno su sua richiesta o aiutare qualcuno a suicidarsi debba continuare a essere punito dalla legge penale in ogni circostanza?”. Nulla di più chiaro e semplice.

I leader religiosi hanno ribadito la loro ferma opposizione e, come nel 2018, hanno riaffermato il proprio impegno totale per evitare questa nuova forma di violenza e omicidio legalizzato, chiedendo un pieno sostegno alle cure palliative. “Crediamo che ogni essere umano sia unico e, come tale, insostituibile e necessario per la società di cui fa parte, soggetto a una dignità intrinseca prima di tutti i criteri di qualità della vita e utilità, fino alla morte naturale. Non solo la vita non perde la sua dignità quando si avvicina alla fine, ma la particolare vulnerabilità che soffre in questa fase è, piuttosto, un segno di speciale dignità che richiede vicinanza e cura ”, hanno detto in una dichiarazione congiunta il patriarca cattolico di Lisbona, cardinale Manuel Clemente, e altri leader religiosi cristiani, ebrei, musulmani, buddisti e indù.

Deve essere un vizio socialista, aggravato dalle sintonie ideologiche con i partiti sinistri, quello di voler a tutti i costi legalizzare l’eutanasia. La scorsa settimana anche la coalizione di sinistra al governo in Spagna ha aggiunto un altro tassello verso la liberalizzazione dell’eutanasia. Una volta si temeva che i comunisti mangiassero i bambini: a malincuore ora prendiamo atto che questa nuova sinistra liberalizza, per davvero, il genocidio di vecchi e malati. L’ennesima conferma che, una volta abiurato Dio, non c’è una sola ragione perché uno Stato ‘socialista’ (in difficoltà economiche) si prenda cura dell’uomo. Il nuovo sol dell’avvenire socialista pare essersi evoluto in una terribile eugenetica di Stato anche in Portogallo, ma la resistenza dei portoghesi potrà averla vinta. Non dimentichiamo che il Portogallo è consacrato alla Madonna di Fatima.