Il gotha Lgbt occupa il duomo con la scusa dell'Aids
Le immagini scandalose dell'evento di beneficienza in favore delle persone colpite da HIV e AIDS, dentro la cattedrale di Vienna. Un dramma provocatorio dove l'omoeresia la fa da padrona. Questa volta il cardinal Schönborn è andato oltre. Coinvolgendo anche il gotha del mondo Lgbt austriaco che è suo grande amico: dall'attore omosex al benefattore attivista.
-CASTA SACERDOTALE, NON TEME PIU' DIO di Johannes Maria Schwarz*
Cosa fanno il Cardinale Schönborn, i Cavalieri di Malta e il sig. Gery Keszler tutti assieme appassionatamente in cattedrale a Vienna? Conoscendoli, solo danni. Ed infatti hanno riunito le loro forze per organizzare un evento di beneficienza in favore delle persone colpite da HIV e AIDS, ovviamente dentro la cattedrale. Un dramma chiamato "Il dramma di Ognuno in cattedrale" andato in scena nei giorni scorsi nella splendida conrice di Santo Stefano. Basta vedere le foto per rendersi conto. In Austria siamo oltre le montagne, oltre il nostro confine, oltre ogni limite. Österreich über alles!
Di Schönborn ormai siamo abituati all’utilizzo casual dei luoghi di culto ed alle sue giravolte dottrinali, in base al papa che tira… Dai secondi, dopo il restyling ad opera delle alte sfere vaticane, non ci si può attendere niente di buono. Ed il terzo? Chi è il terzo? Il sig. Keszler è l’ideatore, insieme a Torgom Petrosian, di un evento “caritativo” di prim’ordine a beneficio di persone con HIV e AIDS. Non è una tombola, né una pesca di beneficenza: è nato come un’iniziativa all’interno del mondo gay, un gala a numero chiuso, di più giorni nel quale vengono invitate persone eminenti dello spettacolo e che man mano è andato “aprendosi” anche al mondo etero. Elton John (la cui Aids Foundation sostiene l’iniziativa, e non solo moralmente), Liza Minnelli, Sharon Stone, Naomi Campbell, solo per fare qualche nome. E migliaia, migliaia di euro raccolti ogni anno. Ma lo stile è rimasto, nonostante l’apertura, sempre piuttosto marcatamente gay-friendly, visto che quest’anno, c’è stata la presenza del drag queen Conchita Wurst, che interpretava l’ex-novizia Maria Kutschera, di Tutti insieme appassionatamente (vedere qui, dal minuto 1:00).
Gery Keszler era stato protagonista nel 2007 di un’azione anti-omofobia. Un giornalista, in un articolo non proprio carino, lo aveva apostrofato inventandosi il neologismo Berufsschwuchtel, che potremmo rendere più o meno come “frocio di professione”. Il termine non è di certo gentile, ma il giornalista intendeva stigmatizzare non il fatto che Keszler fosse gay, ma che lo ostentasse, che ne facesse appunto segno distintivo della sua professione. Apriti cielo! Keszler, oltre a procedere alla denuncia, mise in piedi un can can e nel 2008 decise di svolgere il Life Ball in parallelo con la Giornata Internazionale contro l’omofobia. Tutto questo per dire che si tratta di un attivista LGBT.
Dunque il Vescovo e l’Ordine di Malta gay friendly, non hanno altro a cui pensare che organizzare un’attività di beneficenza insieme all’attivista LGBT. Ma il delirio non finisce qui… Chi invitano i nostri tre moschettieri? L’attore Philipp Hochmair, che è quello che in tutte le foto è mezzo nudo. Grazie a Dio solo “mezzo”, ma se ci avesse risparmiato anche quella metà gliene saremmo stati grati.
Hochmair sembra anche lui molto vicino al mondo omosex. Nel 2010 uscì nelle sale austriache il film Kater, che parla della vita felice e appassionata di due omosessuali, insieme al loro gatto. Ma un inspiegabile atto di violenza contro il gatto, viene a rompere l’idillio. Hochmair, manco a dirlo, interpretava uno dei protagonisti (e non era il gatto). Anche nella serie TV Vorstadtweiber, il nostro attore interpreta (la serie è ancora attiva) Joachim Schmitzler, un politico gay. Se volete avere un’idea del tipo e della sua reinterpretazione dello Jedermann di Hugo von Hofmannsthal, in modo molto simile a come è stata messa in scena nella Cattedrale di Vienna, potete guardare qui. Verso il minuto 0: 50, potrete udire le sacre note e vedere le pose rituali…
Per le anime pie: non lasciatevi sviare dal fatto che questo giovanotto porti crocifissi e rosari al collo. E’ sceneggiatura. Hochmair ha sì una “fede”, ma tutta sua. Alla domanda di un giornalista se credesse in qualcosa, Hochmair diede una risposta che avrebbe fatto commuovere non solo Schönborn, ma anche Ravasi: “Credo nell’arte, nell’immortalità del teatro, nella forza irradiatrice della letteratura, nella forza delle immagini. Credo nella buona arte che ci fa superare i limiti, che crea spazi di libertà, che rende possibile un nuovo modo di pensare, e forse costringe il mondo al cambiamento”. Una nuova versione della fede stile Imagine.