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figura barbina

Il giubileo gay giubilato dal calendario, imbarazzo vaticano

È giallo (anzi, arcobaleno) sul pellegrinaggio delle associazioni LGBT rimosso dal sito ufficiale dell'Anno Santo. Il vero problema è che Oltretevere non hanno avuto nulla da ridire sull'evento che prima c'era, poi non c'è, ma comunque ci sarà.

Ecclesia 14_12_2024

Ennesimo giallo nella comunicazione vaticana. L'autorizzazione di un giubileo delle associazioni LGBT “cristiane”, la cui notizia è esplosa appena qualche giorno fa, non poteva non suscitare ampi dissensi nel mondo cattolico. Dissensi che devono aver esercitato una certa pressione e un non minore imbarazzo al Dicastero guidato da Mons. Rino Fisichella, referente ultimo per l'organizzazione dell'anno giubilare. Pressione ed imbarazzo che hanno portato all'ennesima figura barbina mediatica da Oltretevere.

L'oggetto della figuraccia riguarda l'apparizione e sparizione del “giubileo LGBT” nel calendario ufficiale degli eventi. Fino a circa una settimana fa, alla data del 6 settembre 2025 era presente la notizia dell'evento, poi improvvisamente scomparsa, di un pellegrinaggio delle associazioni dei cristiani LGBT. Mercoledì scorso, il sito d'informazione americano The Pillar è riuscito a raggiungere un portavoce del Dicastero, il quale sembrava negare che l'evento sia mai comparso all'interno del calendario ufficiale: «il pellegrinaggio non è sulla pagina web perché non è un evento ufficiale patrocinato dal dicastero».

Eppure molti quella pagina del calendario l'hanno vista eccome. Non solo, ma lo stesso pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione aveva detto il contrario qualche giorno prima (vedi qui): «Sono in calendario come molti altri». Che questa benedetta pagina sia esistita lo dimostra anche una semplice ricerca sul web; inserendo le tre parole chiave “pellegrinaggio tenda gionata”, ci si accorge che compare proprio l'indirizzo web del calendario ufficiale degli eventi; solo che, cliccandoci sopra, si apre la schermata “page not found”. The Pillar però è riuscito a recuperare  la pagina d'archivio dell'evento in seguito rimosso.

Ulteriore prova è il fatto che proprio la pagina web della Tenda di Gionata riporta un articolo del 6 dicembre, nel quale si trova quanto segue: «Per questo in occasione del Giubileo 2025, indetto da Papa Francesco, l’associazione La Tenda di Gionata ha chiesto di poter organizzare, il prossimo 6 settembre 2025, un pellegrinaggio giubilare che ora è stato inserito tra gli eventi segnalati dalla segreteria del Giubileo». Come si vede, l'ultima delle pagine “linkate” è proprio quella del calendario giubilare, che rinvia ad una pagina ad oggi inesistente, ma che evidentemente era ancora attiva nel giorno in cui era stato pubblicato l'articolo.

Nella giornata di giovedì 12 dicembre, un membro dell'ufficio stampa del Giubileo, Agnese Palmussi, confermava a The Pillar che «il pellegrinaggio della tenda di Gionata era nel calendario generale degli eventi giubilari»; e spiegava che «è stato tolto qualche giorno fa solo perché gli organizzatori [del pellegrinaggio] non avevano ancora fornito all'organizzazione [del Giubileo] il numero dei partecipanti [al pellegrinaggio] né informazioni dettagliate sull'evento. Questa informazione è necessaria per l'inserimento nel calendario generale». La Palmussi assicurava inoltre che «l'evento sarà ripristinato non appena gli organizzatori forniranno i dettagli necessari» e precisa che il dicastero non è responsabile «dei pellegrinaggi minori delle diocesi e delle associazioni richiedenti», ma solo dei 35 eventi giubilari maggiori.

Dunque, il pellegrinaggio LGBT c'era, non c'è, ma ci sarà; un po' come la bestia del cap. 17 dell'Apocalisse, che «era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione». Difficile dare pieno credito alla ricostruzione data dall'ufficio stampa: se mancavano le informazioni necessarie, perché è stato dapprima inserito nel calendario? E se il problema fosse solo questo, perché toglierlo, anziché lasciarlo in attesa delle informazioni? In realtà, non solo il portavoce anonimo di The Pillar, ma anche nostre fonti riferiscono che in Vaticano, una volta uscita la notizia, sono volati gli stracci. E per fortuna: segno che non tutti sono disposti a piegare la testa di fronte ad iniziative inaccettabili.
La risposta della Palmussi permette anche di capire che il membro anonimo del Dicastero che ha parlato con The Pillar non aveva detto una piena bugia, ma una mezza verità, perché in effetti i “pellegrinaggi minori” non sono eventi ufficiali patrocinati dal dicastero.

Dunque, risolto a metà l'enigma del calendario, rimane il vero problema: il Dicastero per l'Evangelizzazione non ha avuto nulla da ridire nell'accettare che si calendarizzi tra i pellegrinaggi ufficiali del Giubileo quello delle associazioni LGBT. Perché il punto non è evidentemente che persone che avvertono un orientamento omosessuale partecipino alle iniziative giubilari, ma che si ammettano ufficialmente associazioni che sostengono e promuovono un'identità lesbica, gay, bisessuale e transgender; associazioni, cioè, che respingono il fatto che si tratti di orientamenti disordinati, che parlando di “persone e cristiani LGBT”, come se questi disordini sul piano affettivo e sessuale fossero in realtà una variante identitaria delle persone.

Con tutte le conseguenze che una tale impostazione porta con sé: se l'orientamento non è disordinato, perché mai gli atti sessuali conformi a questo orientamento dovrebbero essere peccato? E se non è disordinato, perché una persona non dovrebbe poter conformare il proprio corpo a questo orientamento? Qui ci giochiamo tutta l'antropologia cristiana: si alzino dunque sempre più voci di dissenso.



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