Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Luigi Maria Grignion di Montfort a cura di Ermes Dovico
DERIVE

Il gay pride "orange" parte dalla cattedrale

In Olanda ideologia Lgbt padrona della Chiesa. Lo dimostra l'evento chiamato Pink Saturday, il gay pride arancione che partirà dalla cattedrale di San Giovanni della città di s-Hertogenbosch. Ma non c'è da stupirsi: sono i frutti della teologia catto-protestante che nelle Chiese del Nord Europa (dal Regno unito alla Germania dal Belgio all'Austria) è penetrata nella Chiesa cattolica. Lo speciale del Timone sui maestri della nuova chiesa mostra i frutti di questo secolarismo: fanno la predica a tutti, ma nei loro Paesi hanno prodotto soltanto un drammatico deserto spirituale. 

 

-REGGIO, I BIMBI NEL CARRELLO AL PRIDE E LA RIPARAZIONE 

-E IN BELGIO IL PRETE "SPOSA" DUE LESBICHE di Marco Tosatti

Ecclesia 04_06_2017

Fino a quando? Abbiamo già visto molti casi di ecclesiastici che hanno apertamente sposato l’ideologia Lgbt. Un passo ulteriore vero un radicale mutamento della percezione della fede avverrà in Olanda, terra ormai alla mercè della scristianizzazione più spinta. Qui, nella città di s-Hertogenbosch il locale vescovo non si limiterà a “digerire” le parate gay che in questa stagione primaverile spuntano come funghi. No, il vescovo Gerard de Korte aprirà per il gay pride locale nientemeno che le porte della Cattedrale di San Giovanni Evangelista. 

Per fare cosa? Per benedire i partecipanti, ovviamente. Almeno questo è quello che dicono gli organizzatori dell’evento Roze Zaterdag, altrimenti detto Pink Saturday in programma il prossimo 24 giugno. Un nome che è tutto un programma e che equivale ai nostri gay pride. Solo che in Olanda devono essere più avanti e anticipare sempre tutti. Così prima della sfilata al vescovo è parso giusto non essere maleducato con gli illustri ospiti. Così ha acconsentito alla promozione di una veglia ecumenica aprendo le porte della cattedrale a drag queen e machi in stile village people. Al termine della funzione il prelato impartirà la benedizione sui presenti che così potranno uscire felici e contenti a mostrare quanto è bello l’amore gay. 

La Diocesi non ha né confermato né smentito la particolare liturgia arcobaleno. Però un dato è interessante. La stessa cattedrale nel 2010 è stata teatro di una singolare protesta di alcuni attivisti gay dopo che il parroco di allora si era rifiutato di dare la comunione ad un attivista gay. Insomma: si vede che in sette anni qualcuno dalle parti della Basilica è capitolato e i buoi, è il caso di dire sono entrati.

Questo accade in Olanda, terra dove i cristiani praticamente sono ormai il 10% della popolazione e dove già da tempo è dominante una ideologia che ha contaminato il vissuto di fede degli olandesi. Una capitale del progressismo cattolico, che, stando ai dati in possesso dell’arcivescovo di Utrecht porterà entro il 2020 alla chiusura di un terzo delle chiese per mancanza di fedeli. 

E’ uno dei frutti del secolarismo ormai imperante in molti paesi del Nord Europa, non solo l’Olanda che ha portato a danni di fede immensi. Proprio di questa crisi nord Europea si è occupato il mensile di apologetica il Timone nel primo piano in uscita in questo mese di giugno. Con un titolo provocatorio “Quelli della Nuova Chiesa” si mostra bene da quale punto venga la predica. Nel primo piano si nota come le chiese del centro nord europa siano in profonda crisi, eppure vogliono indicare la rotta. Insomma: fanno i maestri, ma in casa loro hanno una devastazione enorme. 

Il primo piano curato dal direttore Riccardo Cascioli, Stefano Fontana, Lorenzo Bertocchi, Marco Tosatti, Rodolfo Casadeie Giuseppe Rusconi analizza nello specifico i casi delle chiese di Germania, Regno Unito, Olanda, Belgio Austria e Svizzera per arrivare a dimostrare che l’influenza dela teologia protestante iniziata con Karl Ranger sta dando i suoi frutti. Una Chiesa che ha smesso di essere di annuncio e di evangelizzazione per abbracciare un moralismo religioso che va a braccetto col mondo. Ma che ora, vedi anche l’ultimo Sinodo dei vescovi sta pesantemente influenzando per non dire contaminando tutte le altre chiese. In fondo, la benedizione al gay pride è soltanto l’ultimo tassello di un cammino iniziato 50 anni fa e che sta andando avanti inarrestabile lasciando però un deserto spirituale fatto di macerie e vuoto.