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BEL VEDERE

Il folclore dell'800 a Rovigo

Il folclore dell’800 rivive a Rovigo in una mostra che racconta da vicino i salotti, le corse, i balli, i ricevimenti, le feste popolari dei trenta anni immediatamente seguenti l’unità d’Italia.

Bel Vedere 05_02_2011
tofano donna con ventaglio

opera arteIl folclore dell’800 rivive a Rovigo in una mostra che racconta da vicino i salotti, le corse, i balli, i ricevimenti, le feste popolari dei trenta anni immediatamente seguenti l’unità d’Italia, di cui le opere selezionate a Palazzo Roverella riportano, per scelta dei curatori, il clima di euforia e positiva vivacità nonchè il preciso evolversi di gusto e di scelte tematiche. Nonostante l’occasione dei 150 anni, l’intento non è tanto celebrativo: l’indagine condotta sulla molteplicità dei contenuti emersi in questo periodo e sui corrispettivi esiti figurativi ha, piuttosto, lo scopo di documentare i profondi cambiamenti, etici e culturali, del periodo risorgimentale.

A partire dagli anni Sessanta, infatti, la pittura registra, da una parte, un rinnovamento del soggetto storico da sempre privilegiato e, dall’altra, un incremento di una produzione in cui l’umiltà del vero, l’aneddoto o l’evasione verso l’esotico e le scene in costume, dal Medioevo al Settecento, prendono il sopravvento sull’idealità e l’ufficialità della storia. Una figura chiave fu senz’altro Mariano Fortuny, pittore spagnolo di origine catalane, che portò a Parigi e in Italia – prima a Napoli poi a Roma – il calore, la giocosità e i colori della sua terra natale, contaminando i colleghi contemporanei al punto da creare una vera e propria moda. Il fortunysmo, che ebbe esiti e risvolti del tutto diversi nelle diverse scuole del nostro Paese, determinò, di fatto, il diffondersi di dipinti a soggetto storicistico, mistico o religioso piuttosto che scene di genere intrise di sentimentalismo, anche moraleggiante, tutti ugualmente contraddistinti da una cromia estremamente accesa e all’epoca giudicata esplosiva.

Gran parte degli artisti italiani, da nord a sud, da est a ovest, fu travolta dall’ondata fortunyana: ne furono principalmente coinvolti i lombardi fratelli Induno e Mosè Bianchi, il napoletano Domenico Morelli, il torinese Alberto Rossi, il veneto Giacomo Favretto e, su tutti, il ferrarese Giovanni Boldini che nel suo soggiorno parigino si lasciò incantare dalle scenette di gusto settecentesco del Fortuny, così richieste dal mercato internazionale.

Questo stile, infatti, riscosse prima di tutto un notevole successo presso la nuova borghesia dominante che, alla ricerca di una precisa identità anche sul piano delle belle arti, perfettamente si rispecchiava in un genere di pittura nel quale riconosceva se stessa, le proprie atmosfere e ambientazioni, nonché le proprie oziose attitudini.


L’OTTOCENTO ELEGANTE
Arte in Italia nel segno di Fortuny, 1860 -1890
Rovigo, Palazzo Roverella
Fino al 12 giugno 2011
Orario: 9 – 19; sabato e festivi 9 -20  Chiuso il lunedì
ingresso: intero € 9; ridotto € 7
info: 0425 /460093