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Il dipinto miracoloso di Maria del Rosario a Pompei

La Pontificia Basilica della Beatissima Vergine Maria del Santissimo Rosario di Pompei è tra i santuari mariani più visitati al mondo. La sua storia è legata a Bartolo Longo, beatificato da Giovanni Paolo II, redento dalla pratica del rosario dopo una vita segnata da giovanili errori e da una profonda depressione.

Cultura 06_02_2016
Il dipinto di Maria Vergine del Rosario a Pompei

Nell’ambito della prelatura territoriale di Pompei la porta Santa che si è aperta in occasione del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco  è quella della Pontificia Basilica della Beatissima Vergine Maria del Santissimo Rosario. Per lucrare l’indulgenza plenaria occorre innanzitutto varcare la porta della Misericordia che si trova alla destra del portale centrale, incastonata in una monumentale facciata in travertino, con portico ad arcate e loggia papale sovrastante.

Quello napoletano è tra i santuari mariani più visitati al mondo. La sua storia è legata a Bartolo Longo, beatificato da Giovanni Paolo II, redento dalla pratica del rosario dopo una vita segnata da giovanili errori e da una profonda depressione. Nell’impresa lo sostenne la contessa Marianna De Fusco, ma furono per lo più le libere offerte dei fedeli, provenienti da ogni dove, a rendere possibile l’erezione del tempio. La prima pietra fu posta nel maggio del 1876 e la costruzione, che si protrasse fino al 1891, diede forma e vita a un primitivo edificio a croce latina ed una sola navata. 

Il progressivo aumento di fedeli visitatori rese necessario, quarant’anni più tardi, un ampliamento della chiesa che, pur mantenendo la stessa planimetria, venne dotata di tre navate di cui quelle laterali corrono fino a dietro l’abside, creando un ambulacro su cui si aprono quattro cappelle semicircolari. La navata centrale, che in quell’occasione venne notevolmente prolungata, è percorsa tutt’intorno da un cornicione corinzio ed è sormontata da una volta decorata al centro da un affresco di fine Ottocento di Vincenzo Paliotti che rappresenta l’ultimo mistero del Rosario: la Vergine viene qui incoronata sotto lo sguardo di angeli festanti, di patriarchi e di profeti biblici. 

L’Assunzione di Maria al cielo decora la volta centrale dell’abside, sorretta da nove arcate scandite da colonne su cui poggiano raffinati capitelli. Cinque statue di argento massiccio, che rappresentano, procedendo da sinistra, Carità, Speranza, Religione, Purità e Fede, sono inserite nel cancello che chiude la balaustra circondante il presbiterio, rialzato rispetto al pavimento dell’aula dei fedeli.  Sulla crociera, a 57 metri di altezza, domina la grande cupola composta da due tamburi sovrapposti, unificati da un’unica, continua, decorazione: più di trecento figure si susseguono nella Visione di San Domenico che Angelo Landi di Salò dipinse immaginando che il Rosario fosse un grande turbine creato dal manto della Vergine che accoglie sotto di sé Santi e fedeli. 

Sull’altare maggiore si venera la popolare icona della Madonna di Pompei, tra quindici medaglioni in rame su cui il Paliotti dipinse i quindici misteri del Rosario. Il quadro, che raffigura la Vergine in trono con in braccio il Bambino mentre porgono entrambi il Rosario rispettivamente a Santa Caterina da Siena e a San Domenico, fu affidato a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta che lo custodiva nel suo convento a Napoli. Il restauro cui fu sottoposto, viste le precarie condizioni del tessuto pittorico, svelarono la mano e i colori di un abile artista della bottega di Luca Giordano, valente pittore napoletano attivo nel XVII secolo. Da quando il dipinto fu posto alla venerazione dei fedeli, per l’intercessione della Vergine di Pompei accaddero subito episodi miracolosi. Nel 1965 il quadro fu incoronato da Paolo VI nella Basilica di San Pietro.