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Il dipinto della Madonna in cambio della libertà

La Basilica di San Clemente in Siena è stata eretta per volere dei Serviti, che necessitavano di un luogo nel quale erigere il convento. Importanti sono le opere di interesse artistico custodite dalla basilica, tra cui la Madonna del Bordone dipinta da Coppo di Marcovaldo e la Regina della Misericordia di Giovanni di Paolo.

Cultura 19_12_2015
Taddeo di Bartolo, Adorazione dei Pastori

Una volta giunti a Siena intorno al 1250, ai monaci Serviti venne affidata dal vescovo la chiesa di San Clemente, situata sul poggio di Castel Montorio all’interno delle mura. Anche il Comune, nonostante la sua inclinazione ghibellina, donò materiali e laterizi per l’erigendo edificio e nel 1300 fu addirittura proclamata un’indulgenza per chi avesse contribuito alla costruzione. 

I lavori del convento, che proseguendo a rilento durarono quasi tre secoli, inglobarono la primitiva parrocchia che venne trasformata in una grande basilica intitolata alla Vergine, come tutte le chiese dell’ordine mendicante. La congregazione dei Servi di Maria era, infatti, nata in seguito ad un’apparizione della Madonna a sette uomini, tutti successivamente canonizzati, che vennero da Lei invitati a vivere la fede cristiana dediti alla penitenza e alla preghiera, nutrendo una particolare devozione nei confronti della Madre di Gesù.  

L’esterno della chiesa, privo di decorazioni, risponde a un principio di sobrietà che la facciata, grezza perché rimasta incompiuta, sembra evidenziare. Il campanile trecentesco, sul lato destro, in stile romanico, venne restaurato nel secolo scorso quando gli furono aggiunte le cuspidi centrale e angolari.  Lo spazio interno, in cui domina il contrasto tra il bianco dell’intonaco e la pietra serena grigia, tipico del gusto rinascimentale fiorentino, è organizzato in tre navate suddivise in campate sormontate da volte a botte, e il transetto, su cui si aprono cappelle alle due estremità e lungo il muro di fondo della chiesa.  

I numerosi dipinti conservati sugli altari testimoniano il profondo legame tra i monaci mendicanti e la Vergine, la cui vita è raccontata dagli artisti che contribuirono ad impreziosire la basilica. Il più celebre tra loro fu Coppo di Marcovaldo, il più importante pittore fiorentino prima dell’avvento di Cimabue, caduto prigioniero nella leggendaria battaglia di Montaperti del 1260. La Madonna del Bordone è il prezzo del suo riscatto.  La preziosa tavola, in stile bizantineggiante, raffigura Maria nell’atto di presentare al mondo il Figlio Gesù, la cui Passione è prefigurata dalla tinta rossa della pergamena che stringe in una mano, mentre con l’altra benedice. Il dipinto si trovava un tempo sull’altare maggiore fino a quando, nel 1500, venne sostituito dalla pala di Bernardino Fungai con l’Incoronazione della Vergine. 

L’episodio dell’Annunciazione venne più volte replicato alla fine del XVI secolo da Francesco Vanni, la cui pittura è caratterizzata da colori vivaci e sgargianti. Il Bambino Gesù è, infine, adorato dai pastori nella scena dipinta da Taddeo di Bartolo all’inizio del Quattrocento, collocata nella prima cappella sinistra del transetto, un tempo dedicata al Battista, come dimostrano gli affreschi trecenteschi della bottega di Pietro Lorenzetti che sulle pareti raccontano episodi della vita del santo. Nel 1436 Giovanni di Paolo realizzò una bellissima Madonna, Regina della Misericordia, con il consueto mantello spalancato per accogliere i fedeli, uomini e donne, che a Lei accorrono per implorarne la materna protezione.