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LA TESTIMONIANZA

Il dialogo con i cristiani? Solo un mezzo per imporre l'islam

I rappresentanti dell’UOIF hanno una “missione”: imporre la loro idea di islam in Francia. Lo pseudo-dialogo con i cristiani è uno dei numerosi strumenti di questa “missione”. Ora posso dire di saperlo bene, poiché li ho frequentati spesso in questo contesto.

Libertà religiosa 20_08_2015
Azzeddine Gaci

"Le religioni sono parte della soluzione, non il problema" è il titolo dell'incontro con cui si apre oggi il Meeting di Rimini: a prendere la parola per l'islam è Azzeddine Gaci, rettore della moschea Othmane di Villeurbanne. Che però nella sua biografia ha "dimenticato" di inserire il suo incarico direttivo nell'Unione delle organizzazioni islamiche di Francia (UOIF), associazione strettamente legata ai Fratelli musulmani. E un intellettuale islamico francese racconta chi è veramente Gaci, l'UOIF e quali sono i veri obiettivi.

Non conosco a sufficienza Azzeddine Gaci, ma è vero che ufficialmente si presenta come un attore del dialogo islamo-cristiano: ha partecipato a un viaggio in Algeria con il Vescovo di Lione per rendere omaggio ai monaci di Tibhirine. Credo però che ci siano validi motivi per non fidarsi, visto anche il suo “associato”, l’imam Abdallah Dliouah che conosco molto meglio perché è anche l’imam di Valence, una città in cui ho abitato e vissuto per otto anni.

Racconterò due aneddoti al fine di presentare meglio questo perfetto rappresentante dell’UOIF, maestro del doppio linguaggio. Un giorno noto alla moschea di Valence l’annuncio di una conferenza organizzata dall’associazione Ouverture, affiliata all’UOIF, sul “jihad al-nafs” ovvero il jihad dell’anima, la lotta o lo sforzo contro il proprio io. Poiché questa tematica è centrale nel sufismo – la corrente spirituale dell’islam alla quale mi sento vicino – sono andato ad ascoltare. Tuttavia il conferenziere era un certo Hassan Iquioussen che all’epoca non conoscevo ancora. La sua conferenza fu del tutto fuori tema. Non ha mai parlato del “jihad al-nafs” e il suo discorso è stato una vera arringa contro l’Occidente e la Francia. In seguito ho confidato la mia enorme perplessità agli organizzatori della pseudo-conferenza, tra cui l’imam Abdallah, ma non sembravano per nulla stupiti da quel che avevano ascoltato.

Secondo aneddoto. Il professor Cherif Ferjani dell’Università di Lione viene invitato a Valence per tenere una conferenza. Quel giorno era presente tra il pubblico anche l’imam Abdallah. Sono rimasto colpito quando durante l’incontro l’ho visto alzarsi, unitamente a un altro integralista, per andare a pregare fuori dalla sala perché era l’ora della preghiera canonica. In seguito sono rientrati, come se nulla fosse. 

Ebbene, l’imam Abdallah difende la concezione dell’islam preconizzata dall’UOIF: difesa del velo nello spazio pubblico, islamizzazione della società, luoghi di preghiera sui luoghi di lavoro e via dicendo. Quando è scoppiato il mio caso con il Liceo Averroè, l’imam si è schierato con il liceo ed è stata la fine della nostra “amicizia”. Ha cercato di riappacificarsi con me insieme al professore di etica islamica del Liceo Averroè - che mi ha fulminato e attaccato in un intervento sul sito dell’Observateur – ma quando ha compreso che non riusciva ad addolcirmi ha iniziato ad attaccarmi. 

Veniamo all’amicizia tra questo imam e Gaci. Ebbene, l’imam Abdallah faceva parte del viaggio in Algeria organizzato da Gaci con il vescovo di Lione Barbarin per rendere omaggio ai monaci di Tibhirine. Gaci e Abdallah sanno accarezzare i cristiani, offrendo quindi un’immagine positiva, un’immagine di apertura agli altri, di fraternità e così via. Ma quando si gratta un po’ la superficie, ci si rende conto che hanno una fedeltà politica all’ideologia dei Fratelli musulmani e hanno come obiettivo l’islamizzazione della società.

Un giorno ho osato parlare, durante un incontro islamo-cristiano a Villeurbanne che ospitava il mio amico padre Christian Delorme, di una delle mie studentesse velate al Liceo Averroè che si era rifiutata di sedersi accanto a un ragazzo. Ebbene, non solo Gaci non si è dimostrato molto d’accordo con me, ma dopo il mio intervento in pubblico uno dei suoi “luogotenenti” del suo feudo di Villeurbanne è venuto a rimproverarmi. 

Ebbene, il dialogo islamo-cristiano è una strategia di “normalizzazione” dell’UOIF in seno alla società francese proprio come fa Marine Le Pen per il Fronte Nazionale quando nega l’antisemitismo del suo partito? Ritengo di sì. I rappresentanti dell’UOIF hanno una “missione”: imporre la loro idea di islam in Francia. Lo pseudo-dialogo con i cristiani è uno dei numerosi strumenti di questa “missione”. Ora posso dire di saperlo bene, poiché li ho frequentati spesso in questo contesto.

In realtà è un dialogo tra sordi da entrambi i lati, fatto di gentilezze, di salamelecchi, un dialogo in cui si dice che siamo tutti fratelli, un bla bla bla, ma entrambe le parti restano accampate sulle proprie posizioni e, ancora peggio, ciascuno pensa di appartenere alla religione migliore… I cristiani sono accondiscendenti con i musulmani e i musulmani fanno sviolinate ipocrite davanti ai cristiani e il gioco è fatto! Ciascuna parte si mette la coscienza a posto per avere contribuito, da credente, al bene della società. Ma io so bene che i lupi nell’ovile puntano a ben altro che alla pace civile…