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IL FILM

Il castello nel cielo

Una ragazzina in possesso di una pietra incantata che le permette di galleggiare nell'aria è inseguita da bizzarri pirati dell'aria...

Visioni 28_04_2012
Castello

Durata: 116'
Genere: Animazione
Regia di: Hayao Miyazaki
Tematiche: avventura, amicizia, fantasia, guerra, morte, infanzia
Target: da 6 anni

Ennesimo capolavoro firmato da Hayao Miyazaki, l'autore di tanti splendidi film d'animazione da Il mio vicino Totoro a Porco rosso a La città incantata con cui il maestro giapponese vinse un Oscar nel 2003. Il film è in realtà datato 1986 e solo ora esce sul grande schermo in Italia grazie all'impegno della Lucky Red che negli anni scorsi aveva già editato anche Totoro e Porco rosso.

Primo film dell'allora neonato Studio Ghibli che negli anni diventerà il punto di riferimento internazionale per quanto il riguarda il cinema d'animazione, Il castello nel cielo è senz'altro più complesso e meno elementare a livello narrativo della favola con protagonista il buffo Totoro. L'inizio è folgorante: su un'aeronave incalzata da dei pirati una ragazzina fugge e si getta nel vuoto. Sarà salvata da una misteriosa pietra magica donatale anni prima dalla madre che le permetterà di galleggiare tra le nuvole e poi, giunta sulla terraferma, accolta e nascosta da un ragazzino. Da qui la vicenda, che intreccia i temi cari a Miyazaki – il miracolo della Natura, l'amicizia, la purezza di sguardo dei bambini, la guerra – si configura come un viaggio alla ricerca di un castello nel cielo nascosto tra le nuvole e verso il quale rivolgono l'attenzione sia i brutti ceffi dell'esercito sia improbabili pirati dell'aria. Film complesso, da leggere su più piani: su quello puro dell'animazione per ragazzi l'impatto visivo del film è straordinario. La perfezione della messinscena, la cura dei minimi dettagli e la quantità di forme e colori e personaggi colpiscono l'occhio dello spettatore adulto e bambino che si stupiranno di fronte a una così grande ricchezza dell'immagine. Ma al perfezionismo del grande Maestro giapponese siamo abituati.

Quello che colpisce di più ne Il castello del cielo sono i tanti piani narrativi e simbolici che coesistono. Così, se il film a livello di narrazione mescola suggestioni letterarie (I viaggi di Gulliver, espressamente citato in una sequenza, ma anche la produzione fantastica di Verne e quella favolistica per bambini), per altro verso si configura – come anche il successivo Il castello errante di Howl – come un apologo duro contro la violenza e la guerra sintetizzata bene nelle figure tutte uguali tra di loro dei soldati o nelle poderose e inquietanti macchine da guerra che li trasportano nel cielo e sulla terra. Non solo: nel film è evidente una forte valenza simbolica del castello incastonato nel cielo e che tutti bramano conquistare. L'immagine di una Bellezza, forse del Paradiso stesso, in cui significativamente potranno accedere non senza grandi difficoltà i bambini, vere luci del film, portatori di uno sguardo positivo sulla realtà e sui rapporti umani.

Una ricchezza di temi – e in più di un momento fa capolino anche la morte – per un film ricco di rimandi e di immagini che in futuro faranno scuola. Un esempio su tutti la Pixar che sin dagli esordi ha visto in Miyazaki un punto di riferimento a livello stilistico e tematico, e che riprenderà la leggerezza de Il castello nel cielo ma anche la capacità di parlare di cose serie come la malattia e la morte, in Up!, altro film che vola leggero nel cielo dominato dallo sguardo puro di un bambino. Una ragione in più per amare Miyazaki e correre al cinema a vedere questo suo grande film.